Cassano d'Adda, lo jihadista è tornato a casa in Martesana

Il saluto degli amici al rientro nell’alloggio comunale in centro

Operazione antiterrorismo della polizia (foto d'archivio)

Operazione antiterrorismo della polizia (foto d'archivio)

Cassano d'Adda (Milano), 8 luglio 2018 - Condannato in primo grado per terrorismo, dal carcere di massima sicurezza passa agli arresti domiciliari in riva all’Adda, dopo la sentenza d’apello, e qui sconterà il resto della pena di tre anni e otto mesi. Una decisione, quella del Tribunale di Genova, che mette in allarme Cassano. «Qualche preoccupazione c’è - spiega il sindaco di centrosinistra Roberto Maviglia -. È quantomeno scoraggiante il fatto che un’amministrazione comunale debba apprendere dalla stampa decisioni di questa portata della magistratura. Ovviamente, non entriamo nel merito dell’operato dei giudici, tuttavia, vogliamo saperne di più. Una volta individuato il referente all’interno alla magistratura a cui sottoporre la questione, cercheremo di valutare insieme se e quali potrebbero essere le conseguenze, oltre a capire le motivazioni di questa decisione, circa la presenza in città agli arresti domiciliari di questo personaggio».

Dalla Lega locale, prima parole di supporto al primo cittadino ("è imbarazzante come l’Amministrazione comunale sia abbandonata dallo Stato"), poi, nelle parole di Andrea Moretti, l’affondo: «Come consigliere dell’opposizione farò richiesta di tutti i documenti possibili al fine di allontanare queste persone da Cassano». Hossameldin Antar, 37enne egiziano ritenuto dalla Procura di Genova membro di una cellula jihadista operante in Liguria, nel ruolo di reclutatore, nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, scortato dalla polizia penitenziaria ha fatto rientro in manette in famiglia, nella sua abitazione in centro città. Secondo la Corte d’Assise di appello, che ha riqualificato il reato in apologia di terrorisimo, il nordafricano può saldare il conto con la giustizia italiana con la misura cautelare degli arresti domiciliari.

In città l’egiziano è conosciuto come un buon padre di famiglia. Mercoledì, al suo arrivo, più di un vicino di casa ha mostrato gesti di amicizia nei suoi confronti con saluti e manifestazioni solidarietà per la vicenda giudiziaria. In Italia con la famiglia dal 1998, moglie e quattro figli, nel 2005 Antar si è stabilito a Cassano d’Adda riuscendo a ottenere un appartamento comunale in centro città. Operaio con un attestato d’istallatore di impianti elettrici, negli ultimi anni, prima dell’arresto, avvenuto nell’ottobre del 2016, con il lavoro non se la passava bene: tirava avanti con piccoli lavoretti di vario genere, passando dall’aiutante in macelleria alla consegna delle pizze. Pizzaiolo anche il fratello in quel di Finale Ligure, arrestato nell’ambito della stessa inchiesta.