BARBARA CALDEROLA
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Incubo tubercolosi a Carugate: sei ragazzi malati

Terapie preventive per altre dieci persone. Il medico: "Caso anomalo, stanno tutti bene"

Marino Faccini, direttore dell’Unità complessa di Malattie infettive

Carugate (Milano), 17 giugno 2020 - Un focolaio di tubercolosi a Carugate. Sei ragazzi malati, una decina di contatti stretti sotto terapia antibiotica preventiva, come i protagonisti del contagio. Due gruppi distinti, quattro collegati con un amico come ‘Paziente 1’, e altri due senza rapporti con i primi e fra loro. Un rebus per il Dipartimento di Igiene dell’Ats che ne ha scoperto l’esistenza all’inizio del lockdown e vigila sulla loro cura. "Stanno tutti bene – assicura Marino Faccini, direttore dell’Unità complessa di Malattie infettive -. Solo uno è stato ricoverato qualche giorno. Gli altri ne avranno per sei mesi, come prevede il protocollo. È un episodio anomalo. I giovani coinvolti sono studenti e lavoratori fra i 19 e 25 anni senza problemi di salute".

Ma per gli esperti non è così strano: "A volte la malattia ha un’incubazione di anni – spiega lo specialista –, potrebbero averla contratta sin da bambini e dunque rendere impossibile risalire all’origine". E' cominciato tutto con febbre e tosse insistente, un quadro che ha spinto i rispettivi medici di base a prescrivere una lastra. Il risultato, inequivocabile, è stato segnalato ad Ats che ha avviato gli accertamenti utilizzando il proprio camper, un ospedale volante, che ha evitato a tutti l’accesso al pronto soccorso nel momento più critico dell’epidemia. Così sono emersi gli altri casi. Stesso iter per gli altri due episodi, decisamente più recenti, risalirebbero a due settimane fa. "Nessuno di loro ha avuto il Covid – chiarisce Faccini –. Crediamo che la microepidemia sia una pura casualità. La situazione è sotto controllo". Dopo tanto coronavirus "anche questo è un segno di ritorno alla normalità – sottolinea l’infettivologo -. La tubercolosi come altre malattie non è sconfitta". E anzi l’incidenza nell’hinterland è più alta che nel resto del Paese: 10 casi su 100mila abitanti, anziché i 7 a livello italiano. "Questo perché in genere colpisce i soggetti più fragili e nelle città queste situazioni abbondano, ma ci sono eccezioni. A Carugate se ne è verificata una".