Mantova, quei segreti del cielo svelati nell’antico tomo

Un libro cinquecentesco tornato alla luce dopo molto tempo ed esposto al Museo di palazzo d'Arco

Antico tomo con i segreti del cielo

Antico tomo con i segreti del cielo

mantova, 9 agosto 2018 - Un prezioso tomo cinquecentesco, che racchiude le conoscenze astronomiche dell’epoca rinascimentale, è tornato alla luce dopo un tempo immemorabile nel quale era rimasto chiuso nella collezione di una delle più nobili e potenti famiglie mantovane, la famiglia D’Arco, in grado di rivaleggiare per ricchezza persino con i Gonzaga. Il Codice (ma, secondo gli esperti, la definizione sta un po’ stretta all’antica pubblicazione) è stato esposto in un’occasione e in uno scenario particolarmente appropriati. E suggestivi. La sede era quella del Museo di palazzo d’Arco a Mantova, la dimora principale della famiglia, che si affaccia sull’omonima piazza al centro di Mantova. La data della prima esposizione ha coinciso col solstizio d’estate, uno dei momenti più importanti del calendario astrologico, celebrato nei secoli passati con riti e magie, spesso derivate dalle ancestrali tradizioni druidiche. Ora il codice è tornato a disposizione di appassionati e studiosi.

La scoperta è un tuffo in quella che per millenni è stata considerata una delle scienze più rispettate, l’astronomia, che a Palazzo D’Arco è stata celebrata nell’ala più antica e preziosa, dove si trova la Sala dello Zodiaco affrescata dal Falconetto all’inizio del Cinquecento. Qui ha fatto ritorno in pubblico l’Astronomicum Caesareum, opera di Piero Apiano. Il libro consiste in un trattato arricchito da disegni che raccontano le conoscenze astronomiche dell’epoca. Apiano era un umanista tedesco famoso per i suoi studi di matematica, astronomia e cartografia. Tra il 1519 e il 1521 passò qualche anno all’università di Vienna per studiare geografia e astronomia. Una delle sue opere più famose, l’Astronomicum Caesareum ora a Mantova, descrive il meccanismo di un universo geocentrico ed è uno dei più bei libri scientifici stampati nel sedicesimo secolo. Il codice contiene una serie di carte mobili che ruotando seguono il percorso dei pianeti e delle stelle, in base a calcoli complessi e accurati, che hanno retto fino alla rivoluzione di Galileo. L’opera di Apiano, dopo la sua preserntazione, è tornata a far parte della collezione del Museo D’Arco. Normalmente non è esposta al pubblico ma gli studiosi e chi sia interessato ad ammirarla può chiedere di farlo per appuntamento: info@museodarcomantova.it oppure www.museodarcomantova.it.