L’Iguana del rock in chiave classica: Iggy Pop incontra la Mantova Chamber Orchestra

Martedì in piazza Sordello l’unica data italiana

Iggy Pop

Iggy Pop

Mantova - L’Iguana, la Luna e l’Orchestra. Martedì prossimo le stelle di Piazza Sordello si accendono su uno dei più attesi eventi rock della stagione: l’incontro di Iggy Pop con la Mantova Chamber Orchestra. Introdotto alla consolle dal set dee jay di Ringo, il frontman degli Stooges plana infatti nel salotto rinascimentale cittadino per rileggere una selezione del suo repertorio più popolare e celebrato con l’ausilio della Free Band e della formazione da camera mantovana, riarrangiato da Enrico Gabrielli, “anima” fra gli altri dei Calibro 35 oltre che collaboratore di uno stuolo di celebrità che va da Elisa ai Muse a PJ Harvey.

Reduce dall’incontro con i Måneskin di “I wanna be your slave” (non proprio imperdibile, ma fondamentale per la credibilità del quartetto romano), Iggy ha dato alle stampe nel 2019 un ottimo album solista, “Free”, facendolo seguire dalla pubblicazione di “The acid lands” registrato otto anni fa a Praga con Bill Laswell e l’Opening Performance Orchestra per il centenario della nascita di William Burroughs.

Un’anima poliedrica, la sua, capace di passare senza battere ciglio dal repertorio del Bowie berlinese a Frank Sinatra, da Georges Brassens a Duke Ellington o Serge Gainsbourg. A 75 anni James Newell Osterberg jr., il suo nome all’anagrafe, è ancora quello di “The passenger”, “No fun”, “Lust for life”, “I wanna be your dog”, “Nightclubbing”, “Real wild child” entrati di diritto in un ideale manifesto del rock’n’roll estremo. Era Stoogies inclusa, ha inciso una venticinquina di album "metà grandiosi, metà così così" ammette nelle interviste. "Continuo a leggere che i settanta sono gli anni del declino fisico e mentale di un uomo, per questo cerco di continuare a usare il cervello e a cercare nella nuova musica quella sorpresa che sappia tenermi connesso col mondo" dice. "In quest’opera mi sento come un cercatore di diamanti, che quando ne gliene rotola uno tra le mani lo individua immediatamente. Alla mia età, infatti, c’è un enorme bisogno di sfamare la curiosità". Difficili i bilanci di una vita selvaggia come la sua. "Ho attraversato varie fasi, ma quella che forse ricordo con maggior piacere va dalle prime cose con gli Stooges al momento in cui sono diventato un junkie, un tossico, perché sono gli anni in cui ho capito che con la musica avrei potuto riscattare le sofferenze di un gioventù poverissima".