Omicidio di Legnano, l’insicurezza di Marco: "Mio padre mi faceva sentire inadeguato"

Oggi l’udienza di convalida dell’arresto con l’accusa di omicidio volontario

L'omicidio nel palazzo di via Giovannelli a Legnano

L'omicidio nel palazzo di via Giovannelli a Legnano

Legnano (Milano), 3 luglio 2019 - Una vita trascorsa al servizio dello Stato, indossando la divisa da finanziere, il grande amore con la moglie Paola e il desiderio di un figlio, adottato oltre trentadue anni fa, che desiderava vedere realizzato e felice. Questo il ritratto di Michele Campanella, il 71 enne di Legnano trucidato a coltellate da quello stesso figlio che voleva solo studiare e non lavorare, al culmine di una lite, lunedì mattina in via Giovannelli 4.

Marco Campanella, 36 anni, ha sferrato al genitore oltre dieci coltellate usando due diverse lame perché una, durante la colluttazione, si è spezzata. Stamattina l’uomo comparirà davanti al gip di Busto Arsizio Luisa Bovitutti per l’udienza di convalida dell’arresto con l’accusa di omicidio volontario. Il pm Francesca Parola non gli ha contestato l’aggravante del legame parentale perché, secondo una sentenza Cassazione, non è applicabile ai discendenti adottivi. Michele Campanella, in pensione da circa vent’anni, aveva prestato servizio come ultimo incarico a Legnano, dove si era stabilito con la famiglia. In quella stessa palazzina residenziale al confine con Castellanza l’uomo ha visto crescere il figlio Marco, lo ha sostenuto nei suoi studi che, seppur con profitto, sono proseguiti molto a rilento una volta finito il liceo.

Il killer infatti si era laureato in Lingue solo lo scorso anno, per poi decidere di proseguire con una magistrale, nonostante il padre fosse contrario. «Mi faceva sentire inadeguato», ha detto agli inquirenti dopo l’arresto, «mi umiliava». Cosa sia accaduto negli anni o nei mesi passati nell’abitazione dei Campanella non è possibile ricostruirlo, se non attraverso le testimonianze dell’indagato e di sua madre, ancora terribilmente scossa per quanto accaduto. La moglie della vittima avrebbe confermato che pressava suo figlio perché trovasse un lavoro, il 36enne aveva ottenuto qualche contratto a tempo determinato in passato, poi più nulla, perché si costruisse una vita fuori dal nido, magari una famiglia. Di certo c’è che Marco Campanella non ha mai avuto problemi psicologici conclamati, non è mai stato in cura, così come non ha mai abusato di alcol e droghe. Sempre domani è prevista l’autopsia sul corpo del 71 enne, che farà luce su quali coltellate siano state mortali.