"No al cemento sulla brughiera" La marcia di sindaci e cittadini

In centinaia a piedi dal Centro Parco del Ticino all’area di 44 ettari minacciata dal Masterplan di Malpensa

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di Giovanni Chiodini

Sindaci del Castanese e del Varesotto, ambientalisti ma anche centinaia di cittadini hanno risposto all’appello "Salviamo la Brughiera" partecipando all’iniziativa che si è svolta ieri pomeriggio partendo dal Centro Parco. A piedi sono andati accanto ai 44 ettari di brughiera che Sea intende distruggere per farci una colata di cemento e asfalto, costruendoci sopra dei capannoni. Tra i partecipanti alla giornata anche Jimmy Pasin, architetto, già amministratore a Somma Lombardo e per 25 anni docente al Politecnico sui temi delle infrastrutture per la mobilità. "Alcuni anni fa Sea aveva ipotizzato di occupare 400mila metri quadrati in questa zona per ampliarci l’area cargo e farci la terza pista. Se non si faceva l’economia della provincia di Varese sarebbe andata in rovina, dicevano. Sono passati decenni e l’economia non è affatto tracollata. Poi si è arrivati a chiederne 664 ettari. Adesso si accontentano di 44 dove, domani, non ci sarà più neppure un fllo d’erba. È come cancellare l’intero Parco del Sempione di Milano. Non solo. L’idea di un altro ampliamento e della terza pista è ancora scritta nei documenti di Sea". Pasin ha poi sottolineato che Malpensa è uno dei primi cinque aeroporti in Europa per vastità di superficie occupata per un traffico di 20mila passeggeri e 6-700mila tonnellate all’anno di merci. "Ce ne sono anche di più piccoli dove passano 70mila passeggeri e transitano 2-3 milioni di tonnellate di merci all’anno. La progettualità di Sea è sì accettata da alcuni sindaci, ma sono molti di più quelli che sono contrari. E mi spiace sottolineare come il sindaco di Milano, chiunque esso sia, che sta molto attento a salvaguardare il verde nel suo territorio, permette a una sua società di asfaltare a 40 chilometri di distanza l’intero Parco del Sempione".

Tra i partecipanti al raduno c’era anche l’ex presidente del Parco del Ticino, Gian Pietro Beltrami. "Ho sempre detto a Sea che il loro progetto era un’asinata. Lo era quando volevano fare la terza pista. Lo ribadisco ancora oggi che intendono ampliarsi cancellando un territorio dall’alto valore ambientale. Sino a quando non modificheranno il loro modo di operare resterò di questa opinione".