Nella casbah di via Porta "Vivere qui è impossibile"

Nei palazzi Aler dove un tunisino è morto dopo essere precipitato dal balcone gli inquilini sono esasperati per inciviltà, incuria e delinquenza

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di Christian Sormani

È un 45enne nordafricano, spostato con una donna italiana e padre di una bambina, la vittima della tragedia che si è consumata mercoledì notte nelle palazzine Aler di via Carlo Porta a Legnano. Un giallo che ora dopo ora si colora di altri dettagli che rendono meno misteriosa la morte dell’uomo, precipitato dal terzo piano di un caseggiato popolare. La vittima non abitava in zona, ma aveva fatto visita ad amici che spesso e volentieri occupavano l’appartamento di un anziano con problemi mentali, che tutti in zona conoscono. Nell’appartamento dell’uomo spesso e volentieri sono presenti tossici ed alcolisti che eleggono a proprio domicilio quell’appartamento, disturbando di sovente il vicinato, costretto più volte a chiamare le forze dell’ordine per sedare risse. Mercoledì sera la scena si è ripetuta in piena notte fra alcune persone, tutte straniere, che hanno iniziato a discutere con veemenza dopo aver alzato il gomito. Una rissa prima verbale, poi sfociata in un litigio senza esclusione di colpi, tanto che qualche vicino ha chiamato la polizia considerato il baccano che proveniva dall’appartamento. Qualcuno ha usato anche un estintore, svuotandolo completamente sulle scale dell’edificio, quasi come difesa personale. Poi urla continue fino alla chiamata al 113 per denunciare quanto stava accadendo all’interno dell’appartamento. Da lì l’agitazione del nord africano che, forse in stato di alterazione, ha cercato di fuggire iniziando a calarsi dal balcone del terzo piano fino a quello del secondo, mancando la presa e finendo per sfracellarsi al suolo.

L’uomo è morto sul colpo per la caduta accidentale, quindi senza essere spintonato. Era noto in zona per la lunga lista di precedente penali commessi in città, oltre ad essere un tossicodipendente e ad abusare di alcol in maniera abituale. Insomma una persona estremamente problematica, che dopo aver sentito qualcuno chiamare la polizia ha tentato una fuga improbabile finendo in maniera tragica la propria vita. In ogni caso la pm della procura di Busto Arsizio, Nadia Calcaterra, ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima per escludere qualsivoglia altra causa di morte che non sia la caduta accidentale. La zona della tragedia è conosciuta da tutti i legnanesi per essere quella che in passato era stata presa di mira durante i lavori di ristrutturazione alcuni anni fa. Nel 2015 erano spariti attrezzi da lavoro, poi utilizzati per farsi un varco all’interno degli appartamenti, alcuni dei quali occupati abusivamente anche da pusher. Oggi gli spacciatori sono presenti in gran numero.