Magenta, chiude la Vincenziana: che fine faranno i profughi?

La coop che gestisce il centro d’accoglienza di Magenta abbandona

I profughi della Vincenziana

I profughi della Vincenziana

Magenta (Milano), 18 gennaio 2019 - Quattro anni e mezzo. Tanto è durata l’esperienza di accoglienza a Magenta di 174 migranti richiedenti asilo, ospitati alla Vincenziana di via Casati, struttura gestita dalla cooperativa Intrecci che ha ufficializzato l’imminente conclusione del lavoro, fissata per la fine del mese. Una notizia che era nell’aria, ma sulla quale l’assessore alla Sicurezza Simone Gelli mantiene cautela. «Siamo in stretto contatto con il Ministero degli Interni e con la Prefettura di Milano – dice l’assessore – solo quando avremo l’ufficialità dalle istituzioni a noi superiori allora potremo commentare e faremo un bilancio di questi ultimi anni». Era l’estate del 2014 quando arrivarono i primi profughi (dopo una precedente tornata) in una fase di vera emergenza immigrazione che costrinse la Prefettura ad avvalersi anche dli strutture non idonee. 

Simone Gelli
Simone Gelli

Erano arrivati a Magenta ragazzi provenienti, soprattutto, dai Paesi dell’Africa Subsahariana, qualcuno dal Bangladesh. Cento ne poteva ospitare la struttura, ma a conti fatti appena alcuni lasciavano il programma di protezione ne subentravano altri. Arrivando così ad un totale di 174 ospiti. Cosa accadrà adesso? La cooperativa Intrecci proseguirà in altre strutture il percorso di accoglienza dei richiedenti asilo avviati nel centro di accoglienza straordinario istituito presso la struttura di proprietà della Fondazione La Vincenziana e gestito per conto di Caritas Ambrosiana in convenzione con la Prefettura do Milano. E i richiedenti asilo che fine faranno? Sono quasi tutti in possesso di permesso per scopi umanitari abrogato dal decreto sicurezza. Resteranno nella struttura di Magenta per il tempo necessario per poter essere poi ricollocati in altri luoghi indicati dalla Prefettura.

«Finita da diversi mesi l’emergenza, diminuiti gli arrivi, è giunto il momento di chiudere questo capitolo e di aprine uno nuovo – commenta Mario Salis, presidente della Cooperativa Intrecci –. Nonostante la complessità e le difficoltà connesse, è stata un’esperienza positiva, umanamente e socialmente arricchente per la quale ci sentiamo in dovere di ringraziare la Chiesa, la comunità, le amministrazioni comunali e tutte le realtà civili e associative che in questi anni ci sono state vicine. Ora inizia una nuova fase per la quale contiamo di trovare il sostegno di nuovi compagni di viaggio». A onor del vero, in questi quattro anni qualche problema c’è stato. Dalla rivolta di due anni fa, ai numerosi provvedimenti di allontanamento di ospiti che non seguivano le regole e conseguenti interventi dei carabinieri. Per finire ai rapporti con la città. La Vincenziana, agli occhi dei magentini, è apparsa come un vero e proprio ghetto dove poter parcheggiare i profughi in attesa che si concludessero le lungaggini burocratiche sulle loro richieste. I risultati? Dodici persone hanno ottenuto la licenza media, cinque stanno ancora frequentando il corso.

Sono stati organizzati corsi di manifattura seguiti da 24 ospiti, saldatura con 18 partecipanti, informatica e altro ancora. Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, è convinto che questo sistema porti buoni risultati: «È in grado di offrire una risposta in situazioni di emergenza, ma anche di accompagnare le persone verso un percorso di inserimento».