La "biblioteca diffusa"? È sparita dall’orizzonte

Il progetto voluto dalla Giunta Radice per superare la struttura di via Cavour a due anni dal suo insediamento è fermo al palo. E il rione Mazzafame attende

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di Paolo Girotti

La nuova "biblioteca diffusa" che dovrebbe andare a prendere il posto, uno step dopo l’altro, occupato dagli anni Sessanta della storica villa di via Cavour? Il tempo passa e la giunta di Lorenzo Radice si avvia alla conclusione del secondo anno di "reggenza", ma all’orizzonte non si vedono ancora gli sviluppi di quello che resta, a oggi, un progetto ancora sulla carta e dagli sviluppi ancora incerti. La questione della nuova sede della biblioteca, che in occasione dell’ultima campagna elettorale era stata uno dei temi più dibattuti, è infatti ormai sul tavolo delle amministrazioni che si sono succedute alla guida della città da circa 15 anni, da quando fu la giunta di Vitali a lanciare un bando internazionale di progettazione che si concluse con la vittoria dello studio Lombardini 22. Il progetto avrebbe dovuto trovare spazio nell’area ex Cantoni, ma non se ne fece nulla perché nel frattempo i cordoni della borsa di Palazzo Malinverni erano stati tirati a dismisura.

Cambiata la giunta e con l’avvento del centrosinistra di Alberto Centinaio cambiò la destinazione, ma non l’intenzione di creare una nuova biblioteca: il meccanismo delle inaugurazioni fin troppo anticipate, fece sì che nell’area delle ex Fonderie Tosi di via Rossini venisse organizzato addirittura un rinfresco per stappare bottiglie di spumante e "bagnare" un progetto che però fece neppure il primo passo, naufragando allo studio di fattibilità. Nuovo cambio di giunta, e con Gianbattista Fratus il puntatore viene riposizionato sull’area ex Cantoni: nuovo progetto, dunque, con un ripensamento di spazi e funzioni, questa volta assegnato dopo concorso a Substantial architecture, ma questa volta è addirittura un comitato a sbarrare la strada al progetto. Si fa appello al consumo di territorio (dimenticando che anche il progetto alle fonderie Tosi prevedeva la cementificazione di un’ampia area verde) e ai costi troppo alti. Discorso chiuso, dunque, anche per le note vicende che travolgono la giunta Fratus. E si arriva così alla biblioteca diffusa proposta dalla coalizione di Lorenzo Radice. Tre sedi: una nel rione Mazzafame, di minime dimensioni; una, più grande, ipotizzata nel rione Canazza e nella ex rsa Accorsi. L’ultima, infine, la cosiddetta nuova sede centrale, nella scenografica ex Manifattura.

Lo stato dell’arte racconta che al momento non si è riusciti ad attivare neppure la sala lettura, perché di questo si tratta, del rione Mazzafame. Stenta a decollare anche la seconda sede, di poco più ampia, del rione Canazza, perché stenta a decollare l’intero progetto di riutilizzo della ex rsa Accorsi, tornata alla fase della co-programmazione dopo che ci si è accorti che la ristrutturazione è stata condotta a termine senza fare i conti con le esigenze di chi avrebbe dovuto poi gestire. E poi c’è la nuova "sede centrale" alla ex Manifattura, da pochi mesi in mano ai nuovi proprietari: per il momento la road map ha condotto a un sopralluogo guidato nell’area con la nuova proprietà, così che nessuno sarebbe in grado di ipotizzare ora tempi e modi di quella che resta solo un’ipotesi di lavoro.