DANIELE DE SALVO
Cronaca

Merate, primo torneo di dialetto lombardo

"Dàmatrà" fa il tutto esaurito, grazie ai giochi in brianzolo di Erminio Bonanoni

A destra Erminio Bonanoni, al torneo

A destra Erminio Bonanoni, al torneo

Merate (Lecco), 3 luglio 2018 - Dai fornelli della cucina e il forno per la pizza al primo torneo ufficiale di dialetto lombardo, dopo essere passato attraverso la pubblicazione di romanzi di successo, in chiave brianzola. Erminio Bonanoni, 50 anni di Merate, autodidatta, cuoco della trattatoria “Al Caminun” di Merate, insieme agli amici Massimo Isetti e Elena Calogero, è tra i promotori del primo torneo di dialetto lombardo chiamato Dàmatrà, che si è svolto l’altro giorno all’ombra della Torre di Castello Prinetti, registrando il tutto esaurito.

I concorrenti si sono sfidati su giochi da tavolo inventati proprio dal pizzaiolo pagnaese basati su parole, modi di dire e espressioni dialettali. Ma perché tanto amore per il dialetto brianzolo? «Io sono brianzolo da generazioni e fin da piccolo ho sempre parlato in brianzolo - risponde lui -. Il dialetto mi affascina perché non è solo un modo di esprimersi, ma racchiude insieme linguaggio, storia, cultura e tradizioni del nostro territorio che meritano di essere valorizzati, esprime anzi il nostro territorio, che non potrebbe essere raccontato in un altro modo. Tradurre in italiano il significato vero di alcuni vocaboli e detti dialettali è infatti impossibile». Inoltre il dialetto accomuna tutti, senza distinzioni. «Io ad esempio, sebbene un poco me ne vergogni, per lavorare mi sono dovuto fermare alla terza media poiché non ho potuto proseguire gli studi, eppure in qualche modo sono diventato un maestro del dialetto».

In realtà il non aver frequentato le superiori e il non essersi diplomato non gli ha impedito neppure di pubblicare una trentina di libri, tra cui alcuni thriller che hanno venduto parecchie copie e riscosso i favori di critici e lettori, come ad esempio “Il tesoro di Garibaldi” o “L’inumatore” ambientati entrambi a Merate, ideati tra una pizza e l’altra per appuntare la trama su foglietti volanti e scritti di notte. La sua creatività al momento è però rivolta tutta al dialetto brianzolo e lombardo e per Natale ha già in serbo una nuova sorpresa, un gioco di carte incentrato sui proverbi locali.