Silvia, una vita per il bene. Addio col volo degli aquiloni

La Valchiavenna ha salutato la cooperante di 37 anni morta in Afghanistan. Avviata una raccolta fondi in suo nome. Anche a Kabul c’è stato un ricordo .

Silvia, una vita per il bene. Addio col volo degli aquiloni

Silvia, una vita per il bene. Addio col volo degli aquiloni

"Sei stata nei luoghi più bui del mondo e hai portato la luce". Con il cuore spezzato, il fratello Paolo, sul sagrato della chiesa di San Cassiano, ha ricordato a tutti la bellezza dell’anima di Silvia Longatti, la trentasettenne cooperatrice internazionale di Emergency morta lo scorso 10 marzo a Kabul, per un malore. Parole che meglio di altre hanno espresso l’essenza della giovane.

Accanto al feretro con la bandiera di Emergency e della Palestina, papà Giovanni e gli altri fratelli, Claudio e Michele, oltre al fidanzato di Silvia, e tutta la comunità di Prata col sindaco Davide Tarabini, tanti valchiavennaschi ed amici. Chiesa gremita, lacrime e tanta tristezza ieri pomeriggio. A officiare la messa tre sacerdoti: don Casimiro, don Giuseppe e don Gian Battista che ha definito Silvia come una persona "col gusto di fare bene, senza volere nulla in cambio". Il fratello Paolo ha ricordato l’impegno della sorella in Afghanistan, ma anche in Sudan, Uganda e sulle navi che salvano i profughi nel Mediterraneo. Un suo ex compagno di liceo (erano presenti tanti ex colleghi e compagne di scuola della 5ª B) ha poi ricordato la raccolta fondi (link: https://insieme.emergency.it/participant/in-onore-e-memoria-di-silvia-longatti-2024) con cui si vuole onorare la giovane. "Tanti i messaggi di ricordo per Silvia che sono giunti dall’Afghanistan – ci ha detto Daniele Giacomini, direttore dell’Area sviluppo di Emergency – e tante le persone che mi hanno scritto in questi giorni un po’ da tutto il mondo, che mi chiedevano di salutare Silvia e di salutare la sua famiglia. È un giorno triste, ma lei lascia dietro di sé un terreno fertile e bellissimo, di felicità e di attenzione verso il prossimo. In una cerimonia a Kabul, sul tetto dell’ospedale, sono stati liberati in cielo degli aquiloni (simbolo dell’Afghanistan, ndr) che possono raccontare tanto di Silvia: ora mi viene in mente che ci starà guardando da lassù, col suo modo di essere". Fulvio D’Eri