Rinunciare alla sanità. Sostegno a 30 famiglie che non si curano più

A causa della perdita del lavoro o altre difficoltà hanno bisogno di un supporto. Per tre anni verranno seguite da un progetto della Fondazione Scalabrini. .

Rinunciare alla sanità. Sostegno a 30 famiglie che non si curano più

Rinunciare alla sanità. Sostegno a 30 famiglie che non si curano più

"Secondo i dati Istat il 7,6 per cento dei lombardi nel 2023 ha rinunciato a cure mediche necessarie. Liste d’attesa troppo lunghe, costi elevati per visite ed esami le cause principali. Difficoltà che toccano anche le famiglie comasche, costrette ad attendere da 6 mesi a un anno per una visita in un ospedale pubblico. Se per alcuni l’unica alternativa possibile è il ricorso alla sanità privata, per molte famiglie, soprattutto quelle in difficoltà economica, non curarsi è l’unica opzione. Malattie non curate e mancanza di prevenzione che possono condurre, in alcune casi, anche a gravi complicazioni". È la premessa che ha spinto Fondazione Scalabrini, Cooperazione Salute e Confcooperative Lombardia, a portare avanti un progetto pilota per offrire un sostegno concreto a 30 famiglie di Como per tre anni, attraverso un’assicurazione sanitaria integrativa che rimborserà le spese sanitarie preventive e di cura. Nuclei, selezionati da Fondazione Scalabrini tra le famiglie accolte all’interno del progetto “StandUp“, caratterizzate da fragilità economica. Che a causa della perdita del lavoro, malattie o separazioni familiari, si trovano ad avere bisogno di un supporto per rimettersi in piedi. Tra le prestazioni coperte gli impianti dentali, le visite specialistiche private su prescrizione medica, i ticket sanitari, diarie per ricovero e assistenza. Il progetto si basa sulla collaborazione tra 9 realtà del Terzo Settore e 3 amministrazioni locali, con il supporto di Fondazione Cariplo e la partecipazione di Fondazione Peppino Vismara e il Fondo Beneficenza di Intesa San Paolo. Le attività, iniziate ad aprile 2023, sono rivolte a famiglie residenti nell’area comasca. A oggi sono state prese in carico 250 persone, metà italiane e metà straniere, tra cui 42 famiglie monogenitoriali e 135 minori. Gli aiuti sono di diverso tipo: corsi di educazione finanziaria, cibo, cure per i bambini o il supporto psicologico. Aiuti, alcune volte, anche più semplici, dal pc a una bicicletta per bambini. "Il Comune di Como – dice Francesca Paini, presidente di Fondazione Scalabrini - ha stimato che nel 2022 a Como ci fossero almeno 2000 persone che lavoravano in nero, circa 3400 nuclei monogenitoriali a basso reddito. È una situazione drammatica, e crediamo che la collaborazione sia la leva fondamentale perché una comunità riesca a sostenere tutte le sue componenti, anche le più fragili".