Airuno, caso professor Gilardi: il processo si farà

Alla sbarra cinque extracomunitari, di cui uno già in carcere, accusati di circonvenzione di incapace ai danni dell’anziano

Carlo Gilardi

Carlo Gilardi

Airuno (Lecco)  Il processo nei confronti dei cinque extracomunitari accusati di circonvenzione di incapace ai danni del professor Carlo Gilardi, oggi ospite della Rsa Airoldi e Muzzi di Lecco si farà. Ieri il giudice monocratico Giulia Barazzetta ha rigettato l’istanza avanzata dagli avvocati Agnese Cattaneo e Andrea Artusi, difensori dei cinque imputati, che avevano chiesto una sentenza di "non luogo a procedere" perché c’era un fascicolo precedente, aperto cinque anni fa dalla Procura di Lecco e successivamente archiviato dal Gip.

Il fascicolo era contro ignoti e - partendo da una sentenza della Cassazione - il giudice ha rigettato l’istanza e nell’ordinanza ha chiarito che "non è configurabile alcuna anomalia". Il processo è stato fissato al 21 novembre. Il commento della parte civile rappresentata dall’avvocato Stefano Pelizzari: "È una motivazione in linea con la giurisprudenza dominante", mentre i legali dei 5 imputati, gli avvocati Cattaneo e Artusi, hanno sottolineato: "Continuiamo a credere nella nostra istanza, valuteremo nei prossimi giorni il ricorso in Cassazione". Gli extracomunitari sono accusati di aver approfittato di Gilardi, in particolare: Abdelmalak Rougui, 40 anni, marocchino, si sarebbe fatto prestare denaro, mai restituito; Hichem Horroun, 45, algerino, sarebbe stato beneficiario di ingenti somme; Khalifa Mejbri, 40 anni, tunisino, si sarebbe prestare 100mila € per beneficenza e per l’acquisto di un’auto; Nedal Abushunar, 49, Israele, in carcere di Bollate per altra causa, avrebbe beneficiato in comodato d’uso di un immobile e Abdellatif Ben Mustapha Hamrouni, 53 anni, tunisino, avrebbe ottenuto soldi. Angelo Panzeri