Ponte crollato ad Annone Brianza, cambia ancora il pm

Il fascicolo passa di mano per la terza volta in due anni. Le vittime: ci hanno lasciati soli

Il ponte crollato sulla superstrada

Il ponte crollato sulla superstrada

Lecco, 5 ottobre 2018 - Un nuovo pm, per la terza volta. Ancora un passaggio di consegne per il fascicolo giudiziario sul crollo del viadotto di Annone Brianza, in cui quasi due anni fa perse la vita un automobilista e rimasero ferite cinque persone.

La Procura di Lecco sta ancora portando avanti l’inchiesta. A coordinare le indagini il procuratore capo Antonio Chiappani. Ma da lunedì gli incartamenti sono passati a un nuovo sostituto, Andrea Figoni. Da questa settimana la precedente titolare, Cinzia Citterio, ha preso servizio a Monza. Trasferita. Ma non è un inedito: il primo a occuparsi della vicenda fu Nicola Preteroti, poi assegnato a Bergamo. Ora si ricomincia. Un’inchiesta complessa, che aveva portato pochi giorni dopo la tragedia ai primi avvisi di garanzia per omicidio colposo nei confronti del dirigente dell’ufficio viabilità della Provincia di Lecco, Angelo Valsecchi, di un tecnico dello stesso ente, Andrea Sesana, e di Giovanni Salvatore, dirigente dell’Anas. Da settembre sono iscritte nel registro degli indagati altre quattro persone, funzionari della Provincia di Bergamo. Inoltre sono stati disposti accertamenti tra chi ha costruito il ponte (Provincia di Como) per passare alla gestione degli ultimi anni (Provincia di Lecco e Anas), quindi si arriva all’analisi delle autorizzazioni concesse al mezzo pesante che ha innescato il cedimento.

«STIAMO effettuando – sostiene il procuratore capo Antonio Chiappani – accertamenti in più direzioni, poi concluderemo la fase preliminare». Ma ora la voluminosa documentazione dovrà essere vagliata anche da Andrea Figoni. Intanto le vittime attendono giustizia e risarcimenti. «Per la mia cliente la sofferenza causata da questa assurda vicenda dura ogni giorno. In 23 mesi non ha ricevuto una sola telefonata da chi le ha cagionato il danno», dice l’avvocato Vito Zotti. È lui che difende la famiglia di Mandello del Lario coinvolta nello schianto del viadotto. Fa il punto sulla vicenda che ha portato alla morte di Claudio Bertini, 68 anni, di Civate. «Ritengo – aggiunge il legale – che qualcuno si potesse far vivo, visto che una delle persone rimaste ferite ha tuttora dei problemi». E per i risarcimenti si attende la conclusione delle indagini. Intanto i lavori per il nuovo ponte dovrebbero chiudersi entro febbraio. «Rispetteremo i tempi, forse faremo anche prima», annuncia Dino Vurro, dirigente dell’Anas. La giustizia, invece, viaggia più lenta.