Paderno d'Adda (Lecco) - Un terzo ponte stagliato nel cuore di parco protetto quale è il Parco Adda Nord e in mezzo ad una valle al cui paesaggio unico si sono ispirati geni, letterati e naturalismi. Lì Leonardo Da Vinci ha ambientato la sua Vergine delle rocce e progettato incredibili opere di ingegneria idraulica, Cesare Cantù ha scritto pagine dei suoi libri e Antonio Stoppani ha approfondito i suoi studi. Ma il terzo ponte stradale che i tecnici delle Ferrovie dello Stato vogliono costruire accanto allo storico San Michele e al futuro nuovo ponte ferroviario, oltre a sfregiare un ambiente unico, determinerà anche l’aumento esponenziale del traffico in centro a Paderno, Robbiate e Verderio.
Per questo contro il progetto del nuovo viadotto stradale vicino al “vecchio“ ponte da “pensionare“ entro il 2030, perché non reggerebbe oltre nonostante la serrata di due anni e il massiccio intervento di restauro e consolidamento da 20 milioni di euro, si schierano sia gli amministratori locali della sponda lecchese, sia i cittadini che hanno costituito un comitato, il Comitato Ponti Paderno d’Adda.
«Da Rfi si sono impegnati a ripristinare il collegamento ferroviario fra le due stazioni di Paderno e Calusco attraverso la realizzazione di un nuovo ponte poco più a sud dell’attuale San Michele – spiegano i promotori del comitato -. Contemporaneamente è stata avanzata l’ipotesi di aggiungere un terzo ponte nelle immediate vicinanze degli altri due, destinato al traffico stradale e fruibile anche dai mezzi pesanti". Si stima che sul nuovo ponte stradale potrebbero passare fino a 600 veicoli all’ora. "Questo ulteriore ponte, oltre a deturpare definitivamente un ambiente unico, di grande bellezza naturale e con vincoli ambientali, andrebbe a stravolgere in maniera inaccettabile la vita di chi abita nelle zone di Paderno comprese tra il Mulino Colombo, Cascina Assunta e Via Ugo Festini oltre a generare un traffico insostenibile per tutto il paese e per i vicini comuni di Robbiate, Merate, Verderio, Cornate e per il territorio tutto", spiegano gli attivisti.
Da qui la “dichiarazione di guerra“ al progetto, avvallato invece dai “dirimpettai“ della riva bergamasca e dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Terzi. L’ultima puntata di una storia di disagi cominciata il 15 settembre del 2018 con la chiusura del ponte San Michele dopo il riscontro di valori anomali e preoccupanti forniti dal sistema di monitoraggio continuo da parte dei tecnici di RFI. Il ponte è stato chiuso d’urgenza alla circolazione stradale e ferroviaria . Il 29 marzo 2019 il ponte è stato riaperto a pedoni e biciclette, l’8 novembre 2019 il ponte è stato riaperto anche al traffico veicolare, mentre la riapertura al transito dei treni è ripresa solo il 14 settembre, ad esattamente 2 anni dalla chiusura.