Bulciago, nessuno sconto per Mamma Isis che partì con i figli per la Jihad

La Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto Alice Brignoli colpevole di terrorismo internazionale

Alice Brignoli era partita da Bulciago con il marito per unirsi ai combattenti dell’Isis

Alice Brignoli era partita da Bulciago con il marito per unirsi ai combattenti dell’Isis

Bulciago (Lecco)  - Nessuna attenuante e nessuno sconto di pena per mamma Isis. I giudici della Corte d’assise d’appello di Milano ieri mattina hanno confermato la condanna per terrorismo internazionale a 4 anni di carcere inflitta in primo grado ad Alice Brignoli, la foreign fighter 42enne comasca partita nel 2015 da Bulciago dove abitava per unirsi ai tagliagole dell’Isis, trascinando nell’inferno del Califfato nero anche i suoi tre bimbi piccoli: Ismail che all’epoca aveva solo 6 anni, Ossama 4 e S’ad 2. A loro poi si è aggiunto un quarto fratellino concepito e nato in Siria. L’avvocata Carlotta Griffini ha sollecitato che alla sua cliente venissero riconosciute le attenuanti generiche e una riduzione del verdetto, mentre il sostituto procuratore Maria Pia Gualtieri si è opposta: i giudici hanno dato ragione a quest’ultima, ribadendo il verdetto di primo grado.

Mamma Isis , liberata dal campo profughi di Al-Hawl nella zona del Kurdistan insieme ai figli e riportata con loro a casa dai carabinieri del Ros di Milano nel settembre 2020, ha già scontato 13 dei 48 mesi di pena. È stata infatti arrestata non appena è sbarcata dall’aereo con cui è stata trasferita in patria e ha messo piede in patria. I quattro figli sono stati invece immediatamente affidati alle assistenti sociali bulciaghesi e collocati in un ambiente protetto. "È stato individuato per loro il posto migliore possibile – aveva spiegato e assicurato già quest’estate dopo il primo pronunciamento di colpevolezza il sindaco Luca Cattaneo –. Vivono tutti insieme, non sono stati separati".

I più grandi grandi vanno a scuola. "Stanno affrontando un percorso difficile". Di fatto sono rimasti orfani. Oltre ad essere stati sottratti alla madre hanno perso pure il papà: Mohamed Koraichi è morto 35enne stroncato da un’infezione intestinale mentre era detenuto in un carcere di massima sicurezza ad Hasakah, una specie di Guantamano siriana, pochi giorni prima della liberazione della moglie e dei loro figli. Sarebbe stata anzi proprio la sua morte a consentire il loro rimpatrio, perché gli 007 dell’antiterrorismo internazionale che li avrebbero utilizzati come “ostaggi“ per convincerlo a rivelare qualche segreto sugli islamisti di Daesh.