Barba e capelli incolti, il cappellino sempre in testa tranne che per dormine, le scarpe e i vestiti logori. Un tipo che, a vederlo seduto sulla panchina mentre dava da magiare ai piccioni, non gli si sarebbe dato un centesimo. Eppure Picet, come tutti a Bellano chiamavano con affetto Bruno Vergottini, mancato il 31 dicembre a 78 anni per un brutto male, "dietro quel suo aspetto trasandato, perché delle apparenze non gli interessava nulla, nascondeva una grande cultura e soprattutto un’umanità immensa, una capacità unica d’ascolto e di capire al volo le persone senza che nemmeno aprissero bocca e una bontà che lo rendevano amico di tutti", lo ricorda Lella Canestrali, oss che le è rimasta accanto sino alla fine. Con questi suoi grandi occhi profondi in grado di scrutare l’anima e la sua vita di dignitosi lavoretti in cambio di qualche spicciolo, qualcosa da mangiare e un fiaschetto di vino, Picet sembrava il personaggio di uno dei romanzi di Andrea Vitali che, oltre a essere il suo medico era un suo amico, o dei ritratti del fotografo di fama Carlo Brolenghi, un altro suo grande amico, che al funerale ha pianto come un bimbo. Il volto, lo sguardo e la posa di Picet hanno folgorato pure Emanuela Martinengo, un’artista brianzola che, l’estate scorsa, prima che lui venisse ospitato nella Rsa La Madonnina di Vendrogno, lo ha incrociato sul lungolago, l’ha fotografato e lo ha dipinto in un ritratto ad acquarello.
Emanuela avrebbe poi voluto regalare quel quadro a Picet, che tuttavia non conosceva né sapeva dove rintracciare. Si è affidata ai social per cercarlo: "Questo acquerello ritrae un signore di Bellano – ha postato con foto del dipinto -. Se lo gradisse glielo regalerei". Il post ha suscitato moltissime reazioni, ricordi, emozioni e le ha permesso di scoprire che Picet nel frattempo era mancato, come gli ha comunicato Luca Rossi, il direttore della Rsa dove era stato accolto. "Se lo desidera saremmo felici di tenere il suo dipinto in quella che è stata la sua ultima casa", le ha proposto. E così sarà, perché Manuela regalerà l’acquarello di Picet alla Casa di riposo sua ultima dimora. "Che bello – sono le sue parole - un paese dove le persone ancora si conoscono e interagiscono così ricordando con amore Bruno".