Lite finita nel sangue. Il paese si è fermato

Su Esino Lario ieri a mezzogiorno è calato il silenzio. Bandiere a mezz’asta. Gli amici dell’assessore Pierluigi Beghetto: "Vola libero come le tue api" . .

Lite finita nel sangue. Il paese si è fermato

Lite finita nel sangue. Il paese si è fermato

Su Esino Lario ieri a mezzogiorno è calato il silenzio. Per un breve ma interminabile minuto carico di emozione, tutti e tutto si sono fermati: i negozianti hanno abbassato le saracinesche delle loro attività commerciali; gli automobilisti hanno accostato le loro macchine a bordo strada e spento i motori; quanti stavano parlando per strada sono rimasti zitti; i bambini dell’asilo hanno smesso di giocare; le insegnanti e gli alunni delle elementari hanno sospeso le lezioni... È l’omaggio a Gigi, l’assessore Pierluigi Beghetto che domenica mattina è stato ucciso da un vicino di casa all’età di 53 anni, in un paese che non era il suo, ma a cui aveva scelto di dedicare il proprio tempo e le proprie energie. Succederà lo stesso anche oggi e poi di nuovo domani. In segno di cordoglio "per la tragica morte che ha durante colpito la nostra comunità", spiega il sindaco Pietro Pensa, è stata inoltre annullata la cerimonia di commemorazione dell’anniversario del 25 Aprile, che lassù, alle pendici della Grigna è molto sentita, perché in molti hanno pagato con la vita l’opposizione ai nazifascisti, come testimoniano cippi e lapidi disseminate per tutta la valle.

Le bandiere del municipio sono state invece ammainate a mezz’asta. È pure caduta la neve fuori stagione, quasi a voler cancellare le tracce del sangue versato. "Vola libero come le tue api", ricordano Gigi gli amici dell’associazione di Esino 2000, che gestiscono l’Alpe Cainallo. Il riferimento è alle api che Gigi allevava nella sua apicultura, l’Ape Montana, alle Cascine dei Mont, una filosofia di vita più che un’impresa economica. Gigi sabato era stato proprio al Cainallo con gli altri di Esino 2000 per smontare il tapis roulant invernale. Proprio per questo non era riuscito ancora a spostare i sacchi di pellet per la stufa lasciati in un punto dove infastidivano Luciano Biffi, il 60enne musicista di strada che abitava al terzo piano, sopra di lui, nella palazzina di via Antonio Stoppani, un vicolo alle spalle della chiesa parrocchiale. Sembra siano stati proprio quei sacchi di trucioli di legno pressato a innescare la furia omicida del suo vicino di casa e trasformarlo in un assassino.