Gianni Riva
Cronaca

Lecco-Bergamo, nuova mazzata: «Costerà 18 milioni in più»

La Commissione dà ragione a Salini e il costo per la collettività sale: figuraccia della provincia

La fine dei lavori della Lecco-Bergamo è destinata a slittare

Lecco, 3 aprile 2015 - Dopo le festività pasquali riprederanno i lavori della variante viabilistica sulla sp 639. Ma con alcune sostanziali novità. La prima, di natura economica: la nuova Lecco-Bergamo sarà più cara di ben 18 milioni di euro rispetto ai preventivati 100 milioni. La seconda: la terra scavata nella realizazzione del tunnel Lecco-Calolziocorte (si parla di 350mila metri cubi) finirà nell’ex cava Bienno a Costa Masnaga, lasciata libera dalla Holcim. Questo, in sintesi, il verdetto della commissione presieduta dal vice procuratore generale della Corte dei conti Francesco Lombardo, nominato dal Tribunale di Lecco. Dopo 3 mesi di lavoro, il gruppo nato per redimere il contenzioso tra la Provincia e la Salini – la società incaricata della realizzazione del tunnel Lecco-Calolziocorte – ha dato ragione all’unanimità alla Salini.

Lo scorso settembre Claudio Salini, patron della ICS Grandi Lavori Spa, aveva scritto una lettera aperta in cui denunciava gli aggravi milionari dei costi dell’opera dovuti al trasporto del materiale scavato a 20 Km di distanza dal cantiere e non a 6 come previsto invece con l’utilizzo della ex miniera della cava Mossini, a Galbiate. Ne era nato un «botta e risposta» tra Salini e Villa Locatelli, con la decisione di nominare un’apposita commissione per valutare la legittimità o meno delle richieste avanzate dall’azienda. Secondo la relazione della commissione presiduta da Lombardo, l’azienda appaltante avrebbe subito un rincaro di 6 milioni e mezzo di euro in questi primi 2 anni per quello che è stato definito «l’andamento anomalo del cantiere», ovvero i «ritardi» sottolineati dalla stessa Salini. Ulteriori costi aggiuntivi sono dovuti al trasferimento delle terre in una cava più lontana da quella prevista dagli accordi originari (ovvero la Mossini).

La cifra in questione dovrà essere corrisposta dalla Provincia all’azienda: un imprevisto che, alla fine, farà lievitare i costi dell’impresa fino a quota 118 milioni. Intanto è stato deciso che la terra verrà smaltita nella cava di Costa Masnaga, più vicina al cantiere. «Accettiamo quanto la comnmissione ha stabilito – ha commentato il presidente della Provincia Flavio Polano – in merito all’aggravio della spesa sopportata dalla Salini, non contestiamo. Noi vogliamo la conclusione dell’importante opera viabilistica: è la nostra priorità. Dopo Pasqua incontreremo la Salini per stabilire l’inizio dei lavori tramite un’accordo preciso». La quasi certezza, a questo punto, è che l’opera sarà pronta in ritardo rispetto al termine inizialmente previsto, ovvero il 2017.