Lecco, la strage degli alberi: tagliati 460 in 5 anni

L’ultimo a essere abbattuto è stato uno storico platano. L’agronomo Buizza avverte: "Serve un’inversione di rotta"

Taglio di alberi

Taglio di alberi

Lecco, 25 maggio 2020 - In poco più di un lustro a Lecco sono stati rasi al suolo 460 alberi pubblici, una vera e propria deforestazione tra le sponde del lago di Como e le pendici del Resegone. L’ultima pianta ad essere abbattuta è stata, nei giorni scorsi, uno storico platano, semplicemente indicato come “numero 70”, alto una quarantina di metri che svettava nel parco di Villa Gomes, irrimediabilmente compromesso dal cancro colorato che sta divorando molti altri monumenti naturali in città, come una sorta di coronavirus che si sta propagando rapidamente ai platani lecchesi.

La pianta era sotto osservazione dall’estate del 2014, in seguito ad un violento nubifragio che aveva spinto i periti dell’Amministrazione comunale quasi a dimezzarne la chioma, senza però accorgersi che il parassita si era forse già sviluppato nel fusto e quindi senza intervenire. A intonare il de profundis del platano e tracciare il bilancio della mattanza è il 72enne Giorgio Buizza, ex consigliere comunale di Palazzo Bovara e decano degli agronomi, che da tempo ha avviato una campagna di salvaguardia degli alberi più vecchi che con troppa facilità vengono immolati alla cementificazione, ai parcheggi e alla viabilità e che, tra l’altro, aveva avvisato anche che il platano 70 era malato, sebbene nessuno lo abbia ascoltato, se non troppo tardi.

«Il bilancio arboreo è pesantemente negativo – spiega -. Dal 2014 a oggi i numeri, almeno quelli di cui si ha notizia tramite verifiche sul campo, indicano circa 460 alberi pubblici persi per cause diverse a fronte di una sessantina di nuovi piantati. Il rapporto di 1 “nato” ogni 7,6 “morti” è emblematico della considerazione di cui gode il verde pubblico in città". Ad un ritmo simile il rischio è di una rapida estinzione di qualunque comunità vivente di alberi urbani. "Un inversione di rotta è necessaria – avverte l’agronomo, appellandosi a chi si candiderà a reggere le sorti del Comune alle imminenti elezioni -.Occorre una chiara scelta politica e una programmazione ragionata con un processo lungo e impegnativo. Il miglioramento dell’ambiente urbano, alberi compresi, non può essere un’opzione, ma un dovere per coloro che amministreranno la città".