
Orazio Rancati, scomparso a 83 anni
Ciao Orazio, ora potrai insegnare calcio anche agli angeli! Il mondo dello sport valtellinese e quello del calcio in particolare sono in lutto per la morte di Orazio Rancati, avvenuta ieri a 83 anni. Leggenda del calcio valtellinese degli anni ’60 e ‘70, Orazio era nato a Morbegno il 9 marzo del 1940 e, dopo le prime esperienze nella Morbegnese, era cresciuto nelle giovanili dell’Inter col quale esordì in serie A nell’ottobre del 1959 contro la Fiorentina (segnando anche un gol).
Ruolo? Mezzala dai piedi buoni. Rancati si meritò la qualificazione con la Nazionale olimpica alle Olimpiadi di Roma del 1960. Per lui esperienza incredibile, giocando al fianco del suo amico Giovanni Trapattoni e di Gianni Rivera. L’allenatore? Nereo Rocco. A Roma sbagliò un gol da pochi metri nella semifinale contro la Jugoslavia. Finì 0-0 e il sorteggio (una volta non c’erano i rigori) spedì gli slavi in finale al posto dell’Italia. Un cruccio per Orazio. "Un rammarico che porto ancora con me" diceva quando ricordava quella meravigliosa esperienza olimpica. A Milano, sponda nerazzurra, stava nascendo la grande Inter di Helenio Herrera. Ma evidentemente non entrò nelle grazie dell’allenatore e così cominciò a girare: Genoa, Reggiana, Civitanovese, Triestina, Cesena, Imola, Parma (dove è diventato un idolo) e Asti, tra B e C.
Nel finale di carriera giocò a Sondrio dove divenne anche allenatore della prima squadra: quella che nel 1981 ottenne la storica promozione nel campionato Interregionale (ora serie D). Tanti i messaggi di cordoglio, tra i quali quelli della Delegazione provinciale della FIGC e della Nuova Sondrio che l’aveva premiato come "leggenda" del club. "Orazio è stato uno dei primi valtellinesi che hanno giocato in Serie A – dice Diego Fattarina, morbegnese come Rancati e delegato regionale della Figc -. Ho una bellissima istantanea di Orazio. Me lo ricordo in piazza a Morbegno, con la mamma a fare una foto il giorno dopo il suo primo gol con l’Inter, al debutto. Per me è stata una grandissima persona, serio, disponibile e sincero anche al di fuori del campo. L’unico mio rammarico è di non essere mai riuscito a portarlo sulla panchina della “sua“ Morbegnese". Domani alle 10.30, nella chiesa della Collegiata di Sondrio, ci sarà l’ultimo saluto a Orazio Rancati. Fulvio D’Eri