Usa, strage di San Valentino: chiesta la pena di morte per l'assassino

Nel 2018 l'allora 18enne Nikolas Cruz fece irruzione nella sua scuola e uccise 17 persone con un fucile da guerra

L'intervento delle squadre speciali durante l'attacco nel liceo di Parkland, Florida

L'intervento delle squadre speciali durante l'attacco nel liceo di Parkland, Florida

L'accusa ha chiesto la condanna a morte per Nikolas Cruz, 23 anni, autore della strage del 2018 al liceo di Parkland, in Florida, dove morirono 17 persone, tra le quali 14 studenti. La procura ha fatto la richiesta in apertura del processo, la cui prima udienza è stata molto drammatica.

Quando il procuratore Mike Satz, in apertura di dibattimento, ha descritto i tragici minuti in cui Cruz entrò nella scuola e diede la caccia ai ragazzi, sparando loro in faccia o alla schiena mentre erano in fuga, i genitori di alcune vittime non hanno trattenuto le lacrime. Altri hanno continuato a seguire in silenzio, le braccia incrociate. Una donna, che ha perso la figlia, ha lasciato l'aula.

Il processo, che dovrebbe durare circa quattro mesi, era molto atteso non solo perché qui si deciderà il destino del killer, ma per il tipo di condanna che verrà comminata: a morte, come chiesto dall'accusa, o all'ergastolo, come hanno chiesto i legali dell'imputato.

Cruz, che per sette minuti seminò la morte armato di un fucile da guerra Ar-15, lo stesso tipo di arma a canna lunga usato in molte stragi recenti, da quello nella scuola elementare di Uvalde, Texas, al centro commerciale di Buffalo, New York, si è dichiarato colpevole di omicidio e tentato omicidio. Il procuratore ha definito il ragazzo "freddo", "crudele" e "calcolatore", mostrando in aula il video che Cruz aveva registrato appena tre giorni prima della strage. "Ciao - diceva il futuro autore della strage, guardando la telecamera - il mio nome è Nik, e diventerò il prossimo massacratore in una scuola del 2018. Il mio obiettivo è uccidere almeno 20 persone. Sara' un grosso evento, e quando mi vedrete nei notiziari, saprete chi sono. Morirete tutti. Oh, sì, non vedo l'ora".

Tra i primi testimoni a essere ascoltati, Danielle Gilbert, studentessa universitaria. Quattro anni fa, iscritta al secondo anno del liceo, si trovava in aula per la lezione di psicologia quando aveva cominciato a sentire i primi colpi. L'insegnante aveva detto agli studenti di nascondersi dietro il banco. "Eravamo accovacciati - ha raccontato - non avevamo niente per proteggerci". Quattro compagni vennero colpiti dal killer, uno morì. La ragazza aveva registrato quei momenti con il cellulare. L'accusa ha chiesto di far ascoltare l'audio: si sentono spari a ripetizione e l'allarme antincendio. A un certo punto si sente un ragazzo piangere: "qualcuno mi aiuti".

Un altro video, stavolta girato da uno studente, ha mostrato il momento in cui Cruz sparava attraverso la finestrella della porta dell'aula, con le esplosioni che sovrastano le urla degli studenti. Una donna, seduta tra il pubblico, ha urlato ai procuratori di spegnere il video, ma il giudice si è opposto.

Saranno quattro mesi di testimonianze drammatiche e di ricostruzioni, che faranno rivivere una delle più gravi stragi d'America, e la prima di questo tipo ad arrivare davanti al giudice. Nove altri killer che hanno ucciso almeno diciassette persone o si sono tolti la vita o sono stati uccisi dalla polizia. L'assassino della strage al supermercato Walmart di El Paso, Texas, dove nel 2019 morirono 23 persone, è in attesa di essere processato.