"Sono in un bel campo di concentramento"

La denuncia del dissidente russo dopo il trasferimento nel carcere a 100 km da Mosca

Alexey Navalny

Alexey Navalny

Mosca - "Mi trovo in un accogliente campo di concentramento". Così Alexei Navalny scrive su Instragram a proposito delle sue condizioni dopo il trasferimento nel nuovo carcere. Il dissidente russo ha anche reso noto di essere stato rasato al suo arrivo. "Bisogna riconoscere che il sistema carcerario russo è riuscito a sorprendermi. Non pensavo che si potesse costruire un campo di concentramento a cento chilometri da Mosca", ha scritto. "Qualcuno ai piani alti ha letto 1984 di Orwell e ha detto, 'bello, facciamolo". Educazione attraverso la disumanizzazione. Ma se non prendi tutto con ironia, riesci a sopportarlo. Tutto sommato, sto bene". 

Il nuovo carcere

Il carcere in cui è rinchiuso Alexey Navalny
Il carcere in cui è rinchiuso Alexey Navalny

Alexei Navalny è stato trasferito nella colonia penale numero 2 di Pokrov, regione di Vladimir, dove deve scontare circa due anni e mezzo di carcere (dei 3,5 anni iniziali, considerati i domiciliari e la custodia cautelare) per aver violato i termini di una sentenza sospesa nel 2014. Sulla vita nella colonia penale, Navalny parla "dell'adempimento di regole senza fine". "Tre cose non cessano di sorprendermi. Il cielo stellato sopra di noi, l'imperativo categorico che ci portiamo dentro, e la sensazione incredibile di passarsi la mano sul capo appena rasato. Saluti a tutti dal Settore del Controllo rafforzato A". E ancora: "Ci sono anche momenti colorati nel bianco e nero della vita quotidiana. Per esempio, ho una targhetta e una foto sul petto, ed è sottolineata da una bella striscia rossa. Dopo tutto, sono incline alla fuga, ricordate? Di notte mi sveglio ogni ora per trovare un uomo accanto al mio letto.  Dopo mi addormento di nuovo con il pensiero che ci sono delle persone che si ricordano di me e non mi perderanno mai. E' bello, vero?». Il post di conclude con un "abbracci a tutti".

Chi è Alexei Navalny

Alexey Navalny
Alexey Navalny

Lotta alla corruzione

Scopre che dietro lo smantellamento delle grandi industrie pubbliche dell'ex Urss e l'avvio delle privatizzazioni, soprattutto quella dei settori strategici dell'energia, c'è un vasto giro di corruzione.  La lotta alla corruzione diventa così la sua missione. Denuncia la gestione del potere di una ristretta casta vicina al Cremlino che si arricchisce a dismisura a fronte di una massa costretta a faticare per sbarcare il lunario. E soprattutto porta le prove di affari poco chiari. Il suo blog, Navalny Live seguito da milioni di russi diventa la voce autorevole del dissenso contro un potere colluso con i maggiori oligarchi per spartirsi le enormi risorse di un Paese dove la ricchezza è affare per pochi mentre "venti milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà", come dirà una volta il blogger.

Nella black-list Le continue denunce trasformano Navalny in un'icona anti-sistema e così il potere comincia a percepirlo come un nemico del Cremlino. Il dissidente entra nella lista degli uomini pericolosi per Putin. Proprio come l'ex uomo più ricco della Russia, Mikhail Khodorkovsky, che dopo una decina di anni di carcere opta per l'esilio a Londra. Anche il campione di scacchi Garri Kasparov,  che appoggia la coalizione "L'Altra Russia", un'alleanza trasversale anti-governativa capisce che è meglio cambiare aria dopo l'ennesimo arresto e l'accusa (infondata) di aver morso le mani a un agente della polizia e dal 2013 risiede a New York. Boris Nemcov, ex vice-premier nel governo Yeltsin e poi leader dell'opposizione liberale al governo Putin, viene invece trovato morto, freddato - si dice da due sicari - sul ponte della Moscova. In Russia i dissidenti non hanno vita facile ma Navalvy decide di rimanere e continua a battersi per una democrazia parlamentare. Lo scorso agosto è vittima di un avvelenamento che lo costringe a farsi curare in Germania: al suo rientro (17 gennaio scorso) l'arresto, il processo e la condanna.

La famiglia La moglie Yulia, laureata in Economia, è donna di carattere oltre che di bellezza. Lo scorso 2 febbraio è presente in aula al processo che vede il marito imputato: indossa un maglione rosso accesso affinché Aleksej possa sempre vederla. Due giorni prima, il 31 gennaio, era stata arrestata (e poi multata) durante le manifestazioni di protesta a sostegno del marito. In aula rivolgendosi a lei Navalny le dice: "Mi hanno detto che hai fatto la cattiva. Ragazzaccia sono orgoglioso di te". Gli oppositori del governo Putin sono convinti che Yulia abbia le carte in regola per trasformarsi in un buon leader politico che porti avanti le idee del marito. I due si erano conosciuti nel 1999 e sposati l'anno successivo. Hanno avuto due figli, Daria Navalnaya e Zahar di otto anni più giovane. Dasha, che oggi ha vent'anni, sembra seguire le omrme del padre: studia a Stanford negli Usa e ha un suo blog nel quale abbraccia le battaglie di papà. Buon sangue non mente.