Disastro nucleare Fukushima, condannati 4 ex dirigenti della centrale

Sentenza storica sul secondo peggior disastro dopo Chernobyl che costò 16mila morti

Quattro ex dirigenti del gruppo Tepco, la società che gestisce l'impianto nucleare di Fukushima, sono stati condannati a pagare un risarcimento di 13mila miliardi di yen (94,8 miliardi di dollari) per non essere riusciti a prevenire i danni provocati dal disastro alla centrale del 2011. La sentenza pronunciata dalla Corte Distrettuale di Tokyo include sia le spese per lo smantellamento dei reattori danneggiati che il risarcimento per i residenti locali evacuati. La sentenza regola un contenzioso del 2012 contro i dirigenti del gruppo, a seguito del triplice incidente: il terremoto di magnitudo 9, lo tsunami che ne è seguito e la propagazione delle radiazioni nelle aree circostanti. Secondo la Corte, quattro dirigenti della Tepco dovranno rimborsare l'operatore - come richiesto dagli azionisti - per le colossali perdite subite dal gruppo a causa degli enormi costi sostenuti.Il contenzioso avviato nel 2012, ricorda l'emittente Nhk, si è focalizzato sulle stime di lungo termine, risalenti al 2002, di un panel del governo giapponese riguardanti possibili attivita' sismiche, giudicato attendibile dagli azionisti, che hanno puntato il dito contro gli ex dirigenti di Tepco, accusati di non avere fatto abbastanza per salvaguardare l'impianto in caso di tsunami. 

Il disastro di Fukushima
Il disastro di Fukushima

Il disastro dell'11 marzo 2011 Il terremoto avvenne undici anni fa quando in Giappone erano le 14.46 (le 6.46 in Italia), ma i veri problemi alla centrale nucleare furono causati dal successivo tsunami. Meno di un’ora dopo la potentissima scossa infatti, una enorme e violentissima onda d’acqua, alta oltre 14 metri, superò i moli che proteggevano la centrale, per abbattersi sugli edifici dei reattori, facendo spegnere i generatori d’emergenza. Lo tsunami provocò il surriscaldamento del combustibile nucleare, seguito dalla fusione del nocciolo all’interno dei reattori, a cui si accompagnarono le esplosioni di idrogeno e le emissioni di radiazioni. Inizialmente il governo fece evacuare tutte le località in un raggio di 20 chilometri attorno alla centrale nucleare. Alla fine di marzo, il raggio di evacuazione fu esteso a 30 chilometri. Il materiale radioattivo si era diffuso intorno alla centrale perché, evaporando, l’acqua usata per raffreddarla si era diffusa nelle zone circostanti. L’acqua radioattiva era poi arrivata in mare passando dalle crepe e dai buchi negli edifici. Per evitarlo, si provò a riempire alcune condutture di calcestruzzzo. Ad aprile venne annunciato che erano state sigillate tutte le vie attraverso cui l’acqua contaminata arrivava in mare. Dallo tsunami del 2011 a oggi i lavori per mettere in sicurezza l’area proseguono. Il disastroso incidente alla centrale nucleare di Fukushima portò il mondo intero a una riflessione sull’energia prodotta dall’atomo.

I numeri della catastrofe Quasi 16mila morti accertati, oltre 2500 dispersi, 32 miliardi di yen per la ricostruzione. Sono i numeri della catastrofe che l'11 marzo del 2011 mise in Giappone in ginocchio. E' stato il secondo peggior disastro nucleare della storia dopo Chernobyl, 174mila persone vivono ancora lontano dalle loro case originarie e alcune opere di ricostruzione sono ancora in corso. Solo lo smaltimento dell'impianto di Fukushima durerà fra 30 e 40 anni.