Editoriale

L’allattamento non è un valore, è un fatto della vita

A Milano vivono un milione e 350mila persone. Poco più della metà sono donne. Di queste, molte hanno avuto o avranno dei figli che hanno allattato o allatteranno. Buona parte dell’altra metà è stata allattata. L’allattamento accomuna uomini e donne quasi come la nascita e la morte.

Eppure una statua in bronzo di una donna che con molta dolcezza allatta al seno il suo piccolo è stata ritenuta da una commissione di esperti non idonea “all’inserimento in uno spazio pubblico” perché rappresenta valori “certamente rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i cittadini”. Ma in che senso? L’allattamento, la maternità, non sono valori, sono fatti della vita. La commissione (il cui parere non trova d’accordo il sindaco Sala) suggerisce la posa della statua in contesti privati, come ospedali o istituti religiosi, dove “sia maggiormente valorizzato il tema della maternità, qui espresso con delle sfumature squisitamente religiose”. Ma la maternità non è una questione religiosa, riguarda tutte e tutti.

La statua rischia di perpetuare lo stereotipo della donna-mamma? Sarebbe meglio mettere una scienziata? Ma le donne possono essere, se vogliono, l’una e l’altra. Noi donne chiediamo di non dover scegliere tra figli e carriera. Forse il problema è il seno nudo? Chiunque abbia partorito negli ultimi anni sa quale bombardamento ci sia negli ospedali e nei consultori a favore dell’allattamento. E in effetti è una bella battaglia, dopo l’ultra biberonismo degli anni ‘80. Ma deve uscire dagli ospedali e arrivare ovunque: allattare è un fatto naturale e non è scandaloso. Mai.