L’EOLICO OFF SHORE FA SOFFIARE VENTO NUOVO SU TARANTO

SOFFIA VENTO NUOVO SU TARANTO. Anzi, sull’Italia e su tutto il Mediterraneo. Proprio nella città dell’Ilva sono partiti i lavori di realizzazione di quello che diventerà il primo parco eolico offshore di tutto il Mare Nostrum. Novità rilevante, visto che di rinnovabili molto si discute, ma ancora poco si realizza. La potenza del vento in mare, per esempio, fino ad oggi non è ancora sfruttata, come invece accade altrove. Ma, per fortuna, questo impianto può aprire una nuova fase, può dare un’accelerazione alla produzione di energia pulita su scala industriale, con ovvie ricadute positive sull’economia e sul rinnovamento tecnologico. Beleolico, questo il nome del progetto, è l’unico impianto eolico in mare approvato su circa 30 che, dal 2008, non ce l’hanno fatta.

È il prodotto di 80 milioni di investimenti da parte di Renexia, la società del gruppo Toto guidata da Riccardo Toto che si occupa di rinnovabili e che negli Stati Uniti è diventata un dei grandi player nell’eolico offshore. Nel paese, il nostro, dove anche costruire un muretto diventa un’impresa, non è risultato da poco. E in molti auspicano che nel prossimo futuro la fase autorizzativa per questo tipo di impianti possa rispondere all’esigenza di abbreviare i tempi e non scoraggiare gli investimenti. Beleolico sarà un impianto di 10 pale posizionate a circa due chilometri dalla costa su una superficie di 145mila metri quadrati. Ciascuna turbina è da 3 MW cosicché, a regime, il campo eolico sarà in grado di generare energia pulita per circa 60.000 MWh annui, pari al fabbisogno annuo di 21mila famiglie. In termini ambientali vuol dire che, nell’arco dei 25 anni di vita prevista dell’impianto, consentirà un risparmio di circa 730mila tonnellate di Co2. Ma la sostenibilità non è solo quella dell’ambiente. C’è anche quella sociale.

È curioso, infatti, che proprio di fronte alla più grande acciaieria d’Europa, che per decenni ha lavorato con scarsa considerazione dell’ambiente e della salute delle persone tanto da finire sotto sequestro della magistratura, sorga il primo impianto eolico in mare di tutto il Mediterraneo. Sembra un contrappasso dantesco, ma in positivo: in una zona industriale degradata e inquinata si realizzerà energia pulita, con un progetto che tra l’altro prevede interventi di tutela dell’ecosistema marino. Chissà, insomma, che Beleolico, nonostante qualche isolata voce contraria – in Italia il partito del no è sempre in funzione – non possa diventare un motore di riqualificazione, la transizione del sistema industriale della zona. Allargando l’inquadratura sull’intero Mediterraneo emerge poi che, per una volta, l’Italia arriva prima. Naturalmente, utile è stata l’esperienza di Renexia, impegnata con successo nello sviluppo di impianti offshore negli Stati Uniti. Ma il nostro Paese si sta muovendo nella direzione giusta.

Ci sono infatti molti progetti di produzione di rinnovabili in mare (il più importante dei quali proprio di Renexia), dove la forza della natura può essere catturata in modo più efficiente e, ovviamente con assai meno impatto ambientale. Così, naturalmente, sarebbe più agevole (anzi meno impossibile), raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità e di riduzione di Co2 che ci siamo prefissati in Europa e in Italia (con il Pnrr e con la PNIEC, la strategia energetica nazionale). C’è chi poi, oltre agli obiettivi ambientali, pone quelli di reddito e di benessere delle persone. Con il processo di transizione dell’economia oramai avviato in maniera robusta, sulle rinnovabili si giocherà una partita determinante. E c’è chi scommette che questo di Renexia possa essere l’innesco per la nascita di una filiera innovativa anche a livello internazionale. Beleolico non è solo nato il primo e unico figlio (grazie ad accordi con le istituzioni e la prospettiva di riqualificare l’area industriale di Taranto), ma utilizza tecnologie e sviluppa sinergie con grandi partner internazionali che possono essere la pietra angolare di una nuova filiera industriale. Anzi, la piattaforma da cui soffia un vento nuovo.

Massimo Pittarello