BIESSE, SOSTENIBILI E DIGITALI: LA STRADA É INNOVARE

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RESILIENTE durante la pandemia e ripartita in questo 2021 che ha visto ridursi l’impatto anche sull’economia dell’emergenza Covid, Biesse Group punta, per consolidare la sua leadership mondiale nella tecnologia per la lavorazione di legno, vetro, pietra, plastica e metallo, sull’innovazione. Che, spiega Paolo Tarchioni, Group Chief Innovation, Social Responsibility & Quality Officer dell’azienda fondata a Pesaro nel 1969 da Giancarlo Selci e guidata dall’ad Roberto Selci affiancato da settembre 2020 dal co-ad Massimo Potenza, "è lo strumento attraverso il quale fare sostenibilità e qualità". Quella che a tutti gli effetti può essere considerata una multinazionale tascabile del made in Italy progetta, realizza e distribuisce macchine, sistemi integrati e software per i produttori di arredamenti, serramenti, componenti per l’edilizia, nautica e aerospace. Con l’85% dei ricavi (578 milioni nel 2020) realizzati all’estero, 11 stabilimenti industriali (incluso quello indiano), 39 sedi (con le recenti aperture in Israele, Giappone e Brasile per rafforzare la presenza in mercati considerati strategici) e circa 4mila dipendenti. Ed essere un gruppo sostenibile economicamente significa fare sostenibilità anche sul fronte sociale e ambientale, dall’utilizzo del 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili 534 milioni di controvalore economico distribuito con una forte attenzione alla filiera e al territorio con l’89% di acquisti da fornitori locali e il 95% dei dipendenti assunto a tempo indeterminato. "Internazionalizzazione, apertura all’esterno, voglia di sperimentare, lavoro di squadra sono le caratteristiche che guidano da sempre la strategia di crescita di Biesse Group. Ma la trasformazione digitale avviata da tempo – sottolinea Tarchioni - ha aperto nuove strade e nuove possibilità".

Quanto ha inciso la pandemia sulla trasformazione digitale?

"L’emergenza sanitaria ha velocizzato processi che erano già in atto nel mondo industriale e nel gruppo, in primis la digitalizzazione delle fabbriche. Tecnologie evolute, smart-working, video-assistenza e demo da remoto: sono gli ingredienti che hanno permesso di continuare a essere operativi e in contatto con i clienti, sia dal punto di vista commerciale che tecnico, mantenendo sempre attiva la relazione".

Quali sono adesso i vostri obiettivi?

"Premesso che dopo le difficoltà del 2020 il 2021 è partito bene, la visione del futuro si concentra sugli asset che negli ultimi anni hanno assicurato il successo del gruppo. Nuovi servizi e piattaforme IoT semplificheranno e razionalizzeranno sempre più la gestione del lavoro, ottimizzando prestazioni e produttività delle tecnologie. Contestualmente l’innovazione di prodotto, grazie agli investimenti in Ricerca & sviluppo, che è e resterà in Italia, continuerà a garantire nuove soluzioni a Biesse Group. E a essere pronto a partecipare a eventuali progetti collegati al Pnrr in tema di innovazione e digitalizzazione che possano portare ricadute positive per l’azienda, i clienti e il Paese".

Un’innovazione per cui vi siete aperti anche all’estero, a cominciare dalla partnership con il Politecnico delle Marche.

"È stato avviato un progetto di Open Innovation. Si tratta di un nuovo, importante passo in avanti in ambito di innovazione che si pone come acceleratore di nuove idee e di startup di eccellenza, un ambiente stimolante e dinamico in cui coltivare le relazioni con il mondo accademico, Università e Centri di Ricerca, con altri acceleratori, con venture capital e con altre imprese, per valorizzare ulteriormente l’ecosistema di innovazione del gruppo. Open-I è partito quindi con obiettivi di innovazione di alto livello, volendo ricercare le soluzioni non solo all’interno dell’organizzazione ma anche all’esterno, attraverso l’interazione con i propri punti di riferimento in Israele con l’AdlerInlight Technology Observatory e in Italia con il supporto di Manifaktura, società esperta in implementazione di open Innovation".

Progetti che porteranno all’utilizzo di macchine sempre più intelligenti?

"Proprio nell’ottica di innovazione e nel processo di digital transformation che l’azienda sta promuovendo concretamente da diversi anni con l’obiettivo di creare fabbriche sempre più digitali, è stato da poco presentato Intelligence 5.0. Un progetto che fa parte di Open-I e che è nato da un bando del Mise. Il settore di applicazione di questo progetto, per cui attendiamo l’approvazione del ministero, è quello della fabbrica intelligente. In particolare dell’Intelligence 5.0, una soluzione avanzata IoT basata su una rete di sensori collaborativi applicati ai componenti delle macchine a controllo numerico per attività di diagnostica predittiva. Il sistema quindi non solo fornisce analisi predittive su possibili guasti o malfunzionamenti dei macchinari, ma si pone come interfaccia utente intelligente dell’operatore per un utilizzo ottimale dei macchinari e il ricorso a una manodopera meno qualificata".

Achille Perego