
È LEADER nella lotta alla sepsi con PerLife, il rivoluzionario sistema integrato di perfusione per il ricondizionamento degli organi destinati al trapianto. Aferetica, nata come startup due anni dopo il sisma 2012, che inferse un duro colpo al distretto biomedicale della Bassa modenese, secondo polo al mondo dopo la Bay Area californiana, nel 2019 diventa Pmi innovativa e oggi chiude il 2020 con un fatturato di oltre 6 milioni, che prevede di raddoppiare entro il 2023. Nei giorni scorsi l’azienda ha partecipato ai due congressi europei di riferimento per la terapia intensiva (Isicem, Bruxelles) e il trapianto (Esot, Milano) avviando la commercializzazione internazionale del portafoglio di prodotti dedicato al trapianto, primo fra tutti PerLife. "Siamo grati alla comunità medica italiana e internazionale – dichiara l’ad Mauro Atti – perché da loro sono venute le idee ed è con loro che abbiamo affrontato, giorno dopo giorno, i problemi per realizzarle. Un personale ringraziamento va al professor Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri, perché nel 2014 ci ha incitato a realizzare un sistema di perfusione d’organo".
È il 2012 quando Mauro Atti e Stefano Rimondi (past president Assobiomedica) sono alle prese con la ricostruzione post sisma della biomedicale Bellco, che dirigevano, e Aferetica non era nemmeno nella lista dei futuri progetti da realizzare. Una volta lasciata Bellco, poi passata alla multinazionale Medtronic, l’idea si è sviluppata a partire dalla discussione sui bisogni reali della clinica con i ‘kol’ del settore. Oggi Aferetica non solo vanta l’esclusiva partnership con CytoSorbents, società americana leader nei sistemi salva-vita, "ma il vero motivo di orgoglio – sottolineano Atti e Rimondi (nella squadra dei fondatori anche William Pulga) – è quanto stiamo realizzando sul campo clinico, grazie alla collaborazione con i maggiori esperti e centri di ricerca nazionali e internazionali: con PerLife possiamo dire raggiunta una fase che può rivoluzionare il mondo del trapianto. I risultati ottenuti in Italia con CytoSorb hanno contribuito al percorso che ha portato l’Fda a concedere, nel 2020, in piena pandemia, l’autorizzazione al suo uso in emergenza di CytoSorb per pazienti Covid-19. È il frutto dell’essere radicati nel territorio, ma naturalmente portati all’internazionalizzazione".
La sede dell’azienda è a San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese. Oltre ai 14 dipendenti, di cui 11 donne, sono oltre un centinaio le risorse umane impegnate nelle imprese di produzione dei sistemi terapeutici principalmente nel distretto di Mirandola. È un legame forte quello con il territorio, sia sul fronte della produzione, grazie alla partnership con aziende come Dinamica Generale e Sidam, sia sul fronte della ricerca, con la prossima apertura, nel Tecnopolo ‘Mario Veronesi’ di Mirandola, di un laboratorio di ricerca dedicato ai sistemi di perfusione d’organo. A partire dall’esperienza e dal know how, propri del territorio mirandolese, le intuizioni di Aferetica stanno portando l’aferesi terapeutica, la depurazione vista come terapia, ai più vari ambiti clinici di applicazione, quali neurologia, malattie autoimmuni, diabetologia, reumatologia, nefrologia e terapia intensiva, in alternativa e (oppure) in integrazione a farmaci costosi e a sistemi invasivi.
Quanto al trapianto, si può parlare di PerLife come di una vera e propria rivoluzione, mirata ad aumentare la disponibilità di organi trapiantabili e il successo dei trapianti, a partire da fegato e rene, per contribuire a soddisfare la crescente domanda mondiale di organi. Esigenze rese sempre più pressanti da tassi record di insufficienza renale ed epatica e da vere e proprie emergenze sanitarie come l’invecchiamento della popolazione, diabete, ipertensione, obesità, epatite, a cui si è aggiunta la pandemia che ne ha reso ancora più difficile la diagnosi e la cura. A livello mondiale, gli organi immediatamente idonei per il trapianto sono scarsi anche se l’età media dei donatori aumenta in maniera continua insieme alle loro comorbilità, mentre il numero di pazienti in attesa di trapianto continua a crescere. In Italia, nonostante gli enormi progressi degli ultimi anni, che l’hanno portata ai più alti livelli internazionali per numero di trapianti rispetto alla popolazione, solo un terzo dei pazienti in lista di attesa accede ogni anno al trapianto d’organo.