Spigolature di Sapri

"Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti. Me ne andavo un mattino a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare".  Più o meno tutti  l'abbiamo dovuta imparare a memoria la poesia scritta da Luigi Mercantini eletta, soprattutto dalle maestre dei tempi antichi , a simbolo del Risorgimento. Ora la Spigolatrice ha un volto e soprattutto un corpo. Una statua, realizzata dall'artista  ciletano Emanuele Stifano e posata in pompa magna ovviamente a Sapri. Della contadina Risorgimentale ha un po' poco ma  la critica più che artistica è stata sociale. Le fattezze del corpo, l'abito e la postura sono state giudicate dall'ex presidentessa della Camera Laura Boldrini, ma non solo da lei, "un'offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare. Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell'Italia". Che il maschilismo con i suoi triti e pericolosi  stereotipi femminili sia  uno dei mali peggiori d'Italia, è palese. Ma la domanda vera è: una statua può essere sessista ? E se anche lo fosse non è compito dell'arte provocare? Non sarebbe più semplice dire: è veramente brutta?.   La storia dell'arte è comunque una galleria di donne, un omaggio alla femminilità, interpretate da maestri unici secondo visioni poetiche e sociali figlie del loro tempo. Oggi quasi tutte inconcepibili.  Chissà se Mercantini oggi alla Spigolatrice farebbe sospirare: "Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro; Un giovin camminava innanzi a loro; Mi feci ardita, e presol per la mano; Gli chiesi: Dove vai, bel capitano?". Un po' sessista e stereotipata non vi pare?

gianluca.bosia@ilgiorno,net