I carbonari del Green pass

Da un lato c'è Martina Luoni, la ragazza di Solaro malata di tumore che l'anno scorso, dopo aver denunciato la cancellazione di un intervento salvavita a causa del Covid, era diventata sponsor di Regione Lombardia in favore del rispetto delle regole. Martina è morta, aveva 27 anni. Non è riuscita a vedere la fine della pandemia ma, peggio ancora, ha fatto in tempo a vedere emergere movimenti no vax e no Green pass che se non fossero pericolosi sarebbero grotteschi. E questo è detto al netto dei legittimi dubbi che chiunque può e deve porsi. Dall'altro lato, dunque, ci sono loro. Pericolosi, perché - con la loro presunzione di poter fare quello che vogliono senza mascherina né vaccino né distanza sociale - rappresentano tutto ciò che va contro la salvaguardia della salute di tutti noi e specialmente di quelli come Martina. Grotteschi perché leggere quanto scrivono nelle chat Telegram è esilarante. Talmente tanto che a volte fa il giro e sembra tutto una grande candid camera per noi che prendiamo queste chat sul serio.  Che dire dell'idea di andare a farsi vaccinare con un braccio finto per ingannare il vaccinatore e guadagnarsi comunque il Green pass? Geniale. E della trovata di contattare un camorrista per farsi procurare un pass di contrabbando? Epica. Poi certo, c'è chi fa più sul serio e compra o vende davvero Green pass fasulli. E qui si torna al punto di partenza: pericolosi perché vogliono aggirare un sistema di certo imperfetto ma che cerca a fatica di arginare la diffusione del contagio. Per il bene di tutti, soprattutto della prossima "Martina" malata di cancro che avrà bisogno di trovare un posto letto libero in ospedale.  Ps: attenzione, per chi volesse curiosare nelle chat di Telegram no vax e no Green pass, consigliamo di assumerle a piccole dosi.