Conoscere il capitalismo, le chiavi per capirlo

Quel denaro è catena. E motore. C'è un’abbondante letteratura sul tema

Milano, 14 maggio 2017  - “Il denaro, il letame da cui nasceva l’umanità di domani”. E “avvelenatore e distruttore, fermento di ogni vegetazione sociale”. Sono le ultime pagine de “Il denaro” di Émile Zola, appena ripubblicato da Sellerio: un romanzo di 125 anni fa che ha una straordinaria forza d’attualità. Perché il suo protagonista, Aristide Saccard, speculatore finanziario, è un abile e cinico avventuriero ma anche un visionario imprenditore. E le tensioni per l’accumulazione di ricchezza si legano, ieri come oggi, alla potente passione di costruire mondi nuovi. Anime torbide. E occhi avidi di futuro. Quel denaro è catena. E motore. Zola ne sa mettere appunto in scena tutte le ambivalenze, descrivendo con grande realismo gli ambienti finanziari della Parigi del Secondo Impero, seconda metà dell’Ottocento, sotto il dominio di Napoleone III. L’idea di Saccard è di creare una Banque Universelle. E di lanciarsi nel finanziamento delle ferrovie collegate al Canale di Suez. L’odore dei soldi anima un mondo che ruota attorno a Palazzo Brongniart, la Borsa parigina, affollato da banchieri, parlamentari corrotti, giornalisti di pochi scrupoli, donne ambiziose in cerca d’amanti ricchi, rivoluzionari da salotto. Nel racconto di una vera e propria giungla morale, Zola è maestro. E come i grandi scrittori, si rivela davvero contemporaneo. Rileggerlo è dunque utile in tempi di crescente riflessione critica sui mercati e gli assetti economici.

C'è un’abbondante letteratura sul tema. Tra cui segnalare “Ripensare il capitalismo”, antologia di saggi curata per Laterza da Mariana Mazzucato (insegna all’University College di Londra) e da Michael Jacobs, economista. L’idea di fondo è che “un sistema economico più innovativo, sostenibile e inclusivo è possibile, ma richiede cambiamenti radicali nella nostra maniera di interpretare il capitalismo e di concepire le politiche pubbliche”. Il mercato e le culture della competizione pretendono regole chiare, trasparenza nei rapporti economici, più giusti equilibri sociali. Un ruolo cardine ce l’ha l’innovazione. Che chiede investimenti pubblici in ricerca e formazione del capitale umano, ma anche un’idea lunga del tempo, più ambiziosa e generosa delle passioni “short terms” della speculazione finanziaria e meno schiava della “dittatura” dei profitti immediati. Sono temi, tra etica e buona economia, che ricorrono anche nelle pagine di “I battiti della mente” di Stefano Paleari, pubblicate da Francesco Brioschi Editore. Ingegnere, professore di Sistemi Finanziari all’università di Bergamo ma anche gestore di imprese (presidente di Human Technopole a Milano e uno dei tre commissari di Alitalia), Paleari scrive di competizione e collaborazione, riforme inattuate, “diritti acquisiti asimmetrici”, produttività carente, innovazione da rilanciare. Riflessioni critiche d’un civil servant di ampia esperienza. E stimoli alle responsabilità d’una migliore classe dirigente.