L’amore romantico al tempo dei social, solo un mito

Il regista Giovanni Ortoleva porta in scena "La signora delle camelie" al Teatro Fontana di Milano, esplorando l'amore romantico e le critiche sociali nell'opera di Alexandre Dumas

L’amore romantico al tempo dei social, solo un mito

Una delle scene de «La signora delle camelie» di Giovanni Ortoleva

Milano – Marguerite Gautier e Armand Duval. Ovvero: l’amore romantico per eccellenza. Talmente bello da risultare stucchevole. Tutto fuoco e gelosie, scandali e tormenti. Alexandre Dumas (figlio) ne scrisse di furia, lasciandosi ispirare dalla sua relazione con Marie Duplessis, cortigiana dalla parabola splendente ma brevissima. E forse avrebbe avuto bisogno di un buon editor, considerando che "La signora delle camelie" trasuda una generosa dose di feroce verità. Sotto le tempeste del cuore, quello che però rimane è soprattutto la critica sociale a quel mondo di parvenu pseudoculturali dalla morale incerta, di cui la Traviata è vittima. Orizzonte dunque piuttosto complesso. Che Giovanni Ortoleva ha scelto per concludere la sua trilogia dedicata ai miti dell’amore romantico. Come si può vedere da stasera in via Boltraffio, al Teatro Fontana. Una prima nazionale.

Prodotta da Elsinor insieme alla Tosse di Genova, TPE e Arca Azzurra. ""La signora delle camelie" non fa sconti nel raccontare la sua epoca – spiega Ortoleva –, muovendosi tra misoginia, classismo, privilegio, patriarcato; è una parabola che se non si fosse travestita da storia d’amore avrebbe potuto accendere le piazze. Dumas si denuda, racconta il suo rapporto con le donne, l’amore, il possesso. Non fa sconti. Si ridicolizza, mentre condivide ossessioni e la sua piccolezza. L’unico desiderio che ho avuto affrontandolo è stato di non farmi sconti a mia volta. Partendo dal classico e scivolando sempre più avanti, vicino al nostro tempo presente". Un ponte fra le epoche. Per scoprire quanto certe dinamiche suonino così lontane, così vicine. Un intreccio d’amore e di morte e di esclusione sociale. Affidato in scena a Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone e Vito Vicino. Repliche fino al 24 novembre. Diego Vincenti