
L’organo di legno della Civica scuola Liuteria di Milano in esposizione a Cremona
Cremona, 8 aprile 2017 - Mese caravaggesco l’aprile per Cremona. L’anno scorso, dopo il restauro di Mariarita Signorini e prima della trasferta a Madrid, il Museo Civico tornò a esporre del maestro il “San Francesco in meditazione”. Oggi, invece, sarà “Il Suonatore di Liuto” la star di “Monteverdi e Caravaggio, sonar strumenti e figurar la musica”, la mostra eccezionale che al Museo del Violino apre le celebrazioni per i 450 anni dalla nascita del compositore cremonese con strumenti eccezionali a fare da corona al quadro. Un liuto magistralmente dipinto, preceduto ieri da quello suonato da Franco Pavan per accompagnare in concerto il soprano Roberta Invernizzi. Tela che esalta il ruolo salvifico della musica, “Il Suonatore di Liuto”. Tela anche dalla vita avventurosa, e dalla paternità inizialmente controversa. Come non di rado gli accadeva, il Caravaggio dipinse non uno ma più suonatori di liuto. Quello in mostra ora a Cremona proviene da una collezione privata inglese: meno famoso rispetto alla versione conservata all’Hermitage di San Pietroburgo e alla versione Wildenstein già esposta al Metropolitan Museum di New York, il dipinto è però stato riconosciuto di certa mano caravaggesca da studiosi di rilevanza internazionale come sir Denis Mahon, Mina Gregori e Claudio Strinati.
Capolavoro assoluto, “Il Suonatore di Liuto”. Il Caravaggio lo realizzò nel 1597 su commissione del Cardinal del Monte. Scriveva nel 1642 Giovanni Baglione, primo biografo del Merisi: “…e dipinse per il Cardinale anche un giovane, che sonava il Lauto, che vivo, e vero tutto parea con una caraffa di fiori piena d’acqua, e sopra quei fiori eravi una viva rugiada con ogni esquisita diligenza finta. E questo (disse) che fu il più bel pezzo, che facesse mai”. La magnifica tela fu poi acquistata dal Duca di Beaufort verso la metà del Settecento e portata a Badminton House, nel Gloucestershire, dove rimase per due secoli e mezzo. Venne quindi venduta nel 1969, quando la si riteneva ancora una copia, per tornare nuovamente a New York nel 2011. Vantava una discreta formazione musicale il Caravaggio. Tanto da rappresentare più volte strumenti nei suoi dipinti: nei “Musici”, nel “Riposo durante la fuga in Egitto”, nell’”Amor vincit omnia”. E nel “Suonatore di Liuto” si possono agevolmente ammirare dello strumento i dettagli delle corde, della scatola dei piroli, della cassa, della tastiera. E leggere, e volendo suonare, le battute iniziali della musica sullo spartito a sinistra: quattro madrigali di Jacques Arcadelt, compositore fiammingo vissuto nella prima metà del Cinquecento. E profano è certo quel suonatore così sensuale, le mani morbide, le labbra socchiuse. Molto simile al “Bacco” degli Uffizi, forse il ritratto di Mario Minniti, presunto amante del Caravaggio.
Cremona, Museo del Violino, piazza Marconi 5. Fino al 23 luglio. Catalogo Edizioni del Museo.