Pochi vaccini ai medici, polemica sui "furbetti": ma il personale non sanitario si difende

"Troppe iniezioni a chi non lavora nei reparti", dice anche Mentana. Ma molti interessati replicano: "In ospedale ci lavoriamo anche noi"

Sulle vaccinazione negli ospedali un'improvvisa polemica per i medici esclusi

Sulle vaccinazione negli ospedali un'improvvisa polemica per i medici esclusi

Milano, 23 gennaio 2021 - “Come si temeva, e come avevo denunciato ieri: su un totale di 1.312.275 dosi di vaccino fino a ora utilizzate, ben 397.583 sono state iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio come ad esempio quelle degli ospiti delle Rsa e degli ultraottantenni. La conferma viene dal presidente della federazione degli ordini dei medici. Vuol dire che tre su dieci hanno fatto il vaccino saltando la fila, con l’aiuto indispensabile di chi distribuisce le dosi. Nel discorso di fine anno, Mattarella disse “anch’io mi vaccinerò, quando sarà il mio turno”. Un esempio che tanti furbastri si sono ben guardati dal seguire”. A scriverlo sui suoi canali social, ieri, è il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana. Il riferimento era all’attacco lanciato del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, sulla somministrazione dei vaccini.

“Solo 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275 (il dato è aggiornato alle 20 di venerdì). Ben 397.583 dosi sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio come quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80. “Inaccettabile - la tesi di  Anelli - vedere persone che non svolgono un’attività così rischiosa essere sottoposte al vaccino e osservare una larga parte della professione medica non ancora vaccinata”. Proprio venerdì il numero dei medici morti per Covid in Italia aveva toccato quota 300. Ma questo, sostiene Violetto Gorrasi su Today.it, “non vuol dire che le 397.583 dosi iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio come ad esempio quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80, di cui parla Anelli, siano state somministrate a tanti furbastri che hanno saltato la fila“.

Secondo Gorrasi “c’è stato alcun salto della fila: come da piano vaccinale del governo, il personale non sanitario degli ospedali, delle Asl e delle Rsa (amministrativi, addetti alle pulizie, chi lavora nelle cucine etc) è stato vaccinato per rendere questi ambienti il più possibile immuni al covid. Si tratta di personale che quotidianamente entra in contatto con quello sanitario e per questo ha avuto diritto alla somministrazione. Basta guardare i dati del report vaccini sul sito del governo, scorporati per categoria“.

La questione ha sollevato anche un certo dibattito sui social, dividendo gli utenti tra indignati, quindi favorevoli alla tesi del direttore, e suoi critici. “Enrico Mentana, non è così - scrive un utente -. È stato vaccinato tutto il personale che gira negli ospedali. Operatori tecnici, amministrativi, personale dei servizi pulizie appaltati. Non è personale sanitario propriamente detto, ma lavora nei reparti. Non hanno, non abbiamo, saltato nessuna fila, siamo stati chiamati a farlo. Perché questa idea che ci debba essere per forza uno scandalo? Si può discutere sulla decisione, legittimo, ma non vederci per forza l’illecito”. E un altro utente rimarca: “All’interno degli ospedali non lavorano soltanto medici e infermieri ma anche amministrativi e altri operatori che sono comunque a rischio infezione. È probabile che tra il milione e mezzo di dosi somministrate vi siano state irregolarità (come segnalato ad esempio a Modena) ma le statistiche da lei presentate sono interpretate erroneamente”.  Numero esatti, dunque, diverse intepretazioni.