Gabriele Moroni
Cronaca

Morto Umberto Marchesini, ex direttore de Il Giorno

Il giornalismo lo ha chiamato presto, a 16 anni. Ha lavorato come cronista ed inviato, anche per Il Resto del Carlino e La Nazione

Umberto Marchesini con Angela Casella, la "madre coraggio" di Pavia, a Locri nel giugno del 1989

Umberto Marchesini con Angela Casella, la "madre coraggio" di Pavia, a Locri nel giugno del 1989

Milano, 8 aprile 2024 – Un cronista. Un inviato a tutto campo. Un direttore che non dimenticava di essere stato cronista e inviato. Con Umberto Marchesini, scomparso dopo una lunga, coraggiosa lotta contro il male che lo aveva assalito, si congeda un protagonista dell'informazione e uno degli ultimi epigoni di una grande tradizione giornalistica.

Il giornalismo lo chiama presto, quando ha solo sedici anni, come corrispondente da Salsomaggiore (dove è nato il 26 ottobre del 1943) per il Resto del Carlino, l'Avvenire d'Italia, la Gazzetta di Parma. Nel 1969 viene assunto a La Notte, quotidiano milanese del pomeriggio. Si presenta accompagnato dal padre. Nino Nutrizio, direttore di razza che non fa mistero delle sue idee politiche e si rivolge all'interlocutore con il "voi", lo assegna alla Cronaca. Nel 1971 diventa professionista. Un altro incontro della vita: il settimanale Oggi. Vittorio Buttafava, che lo dirige, gira con le tasche gonfie di ritagli che sfila ad uno ad uno per assegnare i servizi ai redattori: una "breve" di cronaca dove ha fiutato una storia, una notizia da riprendere e ampliare, un personaggio da raccontare.

Per anni Marchesini gira l'Italia e l'Europa. Raccoglierà molti di quei reportage in un libro, "Ho visto la morte in faccia", uscito nel '77. Gennaio 1980. E' chiamato a dirigere la Gazzetta di Modena, in crisi nelle edicole. Sguinzaglia i cronisti attraverso la Bassa e sull'Appennino alla ricerca di storie tristi, divertenti, truculente, pruriginose, patetiche, toccanti. Con una ripetuta raccomandazione: "Fateli piangere, venderemo il giornale". Qualche benpensante si scandalizza, le vendite si impennano.

C'è stato anche il periodo trascorso a Sogno. Ma Umberto sa che quella dell'inviato è la sua dimensione. Lo fa per L'Occhio diretto da Maurizio Costanzo. Con il Resto del Carlino (dopo un passaggio come responsabile della redazione di Parma) e La Nazione dà il meglio di sé. Memorabili i servizi dalla Valtellina devastata dalla terribile alluvione del 1987, dalla Calabria durante la fosca stagione dei sequestri di persona. Emblematica la vicenda di Cesare Casella, lo studente diciottenne di Pavia rapito nel gennaio del 1988, con la discesa nella Locride della madre Angela, alla ricerca del figlio che le è stato strappato. L'accompagna un plotone di giornalisti. Le mattine ad arrampicarsi sui contrafforti dell'Aspromonte al seguito di quella che è diventata "madre coraggio", i pomeriggi e le serate a Locri, a scrivere nelle stanze dell'Albergo Demaco. Umberto è un riferimento per tutti, per noi inviati ancora da svezzare come per i più esperti dei veterani. Dicembre 1989. Un conflitto a fuoco fra i carabinieri del Gis e alcuni sequestratori di Cesare, uno viene catturato. Frenetico passaparola nella notte. Corsa in aeroporto. E' Natale: per gli inviati una giornata di lavoro. L'inviato Marchesini scrive anche di "bianca", di costume, come per gli arguti servizi che manda dalla sua Salsomaggiore per le finali di Miss Italia.

Diventa capo della redazione Cultura e spettacoli, a Firenze. Dopo essere stato vice direttore, assume la direzione de Il Giorno nel marzo del 2000. Direttore per due anni, lascia il segno. Le pagine di varia e ricca umanità a cui dà il nome suadente di Tentazioni. Il settimanale sportivo Ola. L'aumento della foliazione dell'edizione della Valtellina. L'apertura della redazione di Piacenza. La campagna di stampa perché Emergency e, di riflesso, il suo fondatore Gino Strada vengano candidati al Premio Nobel per la Pace. A Cremona si fa "panino" con il quotidiano La Cronaca.

Permette la nascita, in Valle d'Aosta, del quotidiano La Vallée Matin, in edicola fino al 2022. con ventiquattro pagine della Valle e di Ivrea e altrettanti nazionali de Il Giorno. L'8 ottobre 2001, con l'edizione straordinaria per la tragedia all'aeroporto di Linate, II Giorno scrive una pagina della sua storia e della storia del giornalismo nazionale. Lasciato Il Giorno, Marchesini rimane alla Poligrafici come responsabile delle iniziative editoriali.

Il pensionamento. La vita ad Arvier, in Valle d'Aosta, accanto alla dolce Manuela. Ma un Umberto Marchesini può rimanere fermo, con le pantofole ai piedi? Assolutamente no. E allora ci sono ancora spazio, tempo e passione per una consulenza a La Nuova Provincia di Asti, per dirigere La Vallée Notizie, per fare il direttore editoriale di Gazzetta Matin e delle testate edite da LG Presse, tra cui Aostanews.it.

Gli ultimi anni, prima dell'agguato della malasorte, scorrono lenti e placidi. Letture. Lunghe passeggiate con l'amato labrador Byron. L'affiorare di tanti ricordi. Ci sono dei racconti che si allineano sullo scrittorio e che Marchesini non potrà vedere pubblicati.

Caro Umberto, poco tempo fa mi hai detto: "Presto ti farò scrivere un pezzo". Mi ero entusiasmato: bellissimo, pensavo, come ai vecchi tempi. Non avevo capito o forse mi ero rifiutato di capire. Quel pezzo l'ho scritto oggi e mai avrei voluto. Ciao, Umberto.