FEDERICA PACELLA
Cronaca

Studenti con autismo, l’allarme sul sostegno. Cosa succede e cosa chiedono i genitori

Migliorano le diagnosi e si riducono i tempi: da qui l’esigenza di progredire anche sul fronte dell’assistenza scolastica

MARINO GIOVANNI ANGSA AUTISMO 2

Giovanni Marino, presidente dell’Associazione nazionale genitori di persone con autismo

Brescia, 4 settembre 2024 – Non solo difficoltà a coprire tutti i posti di sostegno, ma anche là dove l’assistenza c’è, il rischio è che non sia quella giusta, per lo meno per gli studenti con autismo. E questo non solo per carenza (cronica in Lombardia) di docenti specializzati, ma anche perché i decreti di riparto dei 224 milioni del Fondo inclusione delle persone con disabilità, destinati al potenziamento dei servizi di assistenza scolastica all’autonomia e alla comunicazione, non specificano che devono essere disponibili educatori esperti di strategie basate su Aba (Applied behavior analysis), come obbligano i Lea (livelli essenziali di assistenza). A lanciare l’allarme è l’Angsa, Associazione nazionale genitori di persone con autismo.

Le cifre

Per quanto riguarda i numeri, i dati degli assistiti comunicati dalle diverse Ats aggiornati al 2022 parlano, in Lombardia, di 23.093 assistiti, ma il trend è in costante aumento perché migliorano le diagnosi e si riducono i tempi. In Ats Brescia, che ha già aggiornato i dati al 31 dicembre 2023, gli assistiti sono saliti da 2.561 a 3.010 in un solo anno. Nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzi in età scolastica: la stima è che ci siano almeno 14mila studenti con diagnosi di autismo. “Gli allievi con autismo – ha scritto l’associazione in una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio e ai ministeri coinvolti – non avranno così una assistenza adeguata ma generica, dunque spesso inutile, con grande spreco di risorse pubbliche”.

Il messaggio

Nella lettera l’associazione chiede “l’emissione di una nota interpretativa indirizzata agli enti attuatori, per obbligare a inserire nei bandi la normativa specifica per le disabilità mentali, da assistere ciascuna con la propria specificità, proprio come già avviene per le disabilità sensoriali, come i sordi, che vengono assistiti da Assistenti all’autonomia e alla comunicazione, esperti sul metodo scelto dai genitori fra quelli approvati”.

È impensabile che tutti gli educatori possano essere esperti in tutte le disabilità. La lettera, firmata dal presidente nazionale Giovanni Marino, sottolinea la necessità di tenere nel debito conto i contenuti della sentenza del Consiglio di Stato 8.708, in cui - oltre a stabilire che il trattamento Aba rientra a pieno titolo nei Lea - si conferma che si tratta di prestazione sociosanitaria a elevata integrazione sanitaria che deve essere erogata a scuola, in famiglia e in tutti gli ambienti naturali di vita della persona con autismo.

“Pertanto, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione devono essere formati in una strategia basata su Aba, perché possano concorrere alla continuità del progetto abilitativo dell’allievo, che trascorre nella scuola la maggior parte del tempo utile per l’educazione speciale. Diversamente si sprecheranno ingenti risorse, migliaia di bambini e ragazzi resteranno senza adeguata assistenza e le famiglie saranno lasciate sole”.