Busto Arsizio, l'amica delle rondini: "Così curo i piccoli feriti"

Il terrazzo di Giovanna è diventato una specie di pronto soccorso

Giuliana e le rondini

Giuliana e le rondini

Varese, 27 luglio 2018 - «Salviamo i nidi delle rondini che ci sono in città». L’appello è di Giuliana Amicucci Dal Piaz, per sensibilizzare la gente e convincerla della necessità di salvare questi piccoli capolavori di ingegneria edilizia. Ed è quello che fa lei, con il suo impegno: il suo terrazzo è diventato una specie di pronto soccorso, dove si prende cura dei piccoli volatili che le sono affidati quando sono feriti o caduti dal loro nido. Lei li assiste, li svezza fino al momento in cui sono pronti a spiccare il volo. In questi giorni sta assistendo un piccolo merlo e due balestrucci che condividono il nido come fratelli, anzi il merlo si sente un po’ il fratello maggiore.

Giuliana, quando è nata la sua passione per le rondini?

«Da bambina, nel mio paese, Tocco da Casauria in provincia di Pescara, in Abruzzo, ce n’erano tantissime. A me piaceva osservarle nei loro voli, una passione che mi ha accompagnata nella mia vita. Nel 1959, a 14 anni, sono arrivata a Busto Arsizio, avevo lasciato il paese per lavorare e studiare, sono stata una giovanissima immigrata. In fondo, se ci penso, amo le rondini perché mi sento simile a loro, uccelli migranti».

Che cosa le piace di più di questi uccellini?

«Hanno molto da insegnarci, l’ho imparato in tanti anni nei quali ho approfondito la conoscenza del loro mondo: hanno forza, eleganza, fanno enormi sacrifici per allevare la prole, circa trecento viaggi al giorno per alimentare i piccoli con gli insetti. E poi basta che alziamo gli occhi al cielo: ammiriamole nei loro voli, quanta allegria regalano! Insegnamo anche ai nostri bambini ad alzare lo sguardo dagli schermi di computer e telefonini per ammirare le loro acrobazie. Dopo tanti anni, ancora non finisco di stupirmi di fronte a questo spettacolo».

Le rondini però stanno diminuendo, cosa si può fare per fermare questa tendenza negativa?

«Salviamo i nidi, io mi arrabbio quando sento da qualcuno che ha distrutto un nido. Si distrugge una possibilità di riproduzione e non dimentichiamo che le rondini e affini, come i balestrucci, sono i nostri migliori alleati contro gli insetti, a cominciare dalle zanzare, che d’estate sono così fastidiose».

Da oltre vent’anni le vengono affidati i piccoli recuperati perché feriti o caduti dal nido, come vive questa singolare esperienza?

«Con dedizione, ogni giorno vedo i loro miglioramenti fino ad arrivare al momento più bello, quando il piccolo ormai svezzato e curato spicca il volo. Lo saluto e devo dire che per me è sempre un momento di particolare emozione: l’ho salvato, l’ho curato e ora può riprendere la sua libertà. Niente di più bello». Ieri uno dei due balestrucci ha salutato Giuliana: l’ultimo boccone, poi un veloce battito d’ali, pronto per spiccare il suo volo dal terrazzo, libero verso il cielo.