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Cronaca

Lombardia, ospedali sotto stress: il picco delle terapie intensive

Terza ondata: la regione corre verso il traguardo dei 30mila morti, ma da Brescia primi segnali di miglioramento

Covid, picco terapie intensive

Covid, picco terapie intensive

Milano - In 22 giorni di terza ondata la Lombardia ha dovuto dare l’addio ad altre 1.473 persone. Ancora una volta molti anziani, ma anche qualche quarantenne, che si è arreso all’aggressione del virus. Ancora ieri, 77 decessi in più dopo i 90 registrati nelle precedenti 24 ore. Cifre alle quali lo stillicidio di numeri e proiezioni fa quasi assuefare. Eppure, se la tendenza si manterrà stabile, nell’arco di due giorni sarà superata la soglia delle trentamila vittime dall’inizio della pandemia nel territorio di quella che resta la regione più colpita. All’inizio del mese, si contavano 28.403 decessi, ieri 29.876. Il primo marzo la crescita era stata di 42, poco più della metà di quelli di ieri. Ventidue giorni fa, i ricoveri in terapia intensiva erano ugualmente circa il 50% di quelli attuali, 441 contro 822. Simile l’aumento giornaliero: +15 il 1° marzo, +16 ieri.

Ed è qui il problema cruciale della terza ondata: l’occupazione degli ospedali. Lo stesso numero di ricoverati nei reparti di Rianimazione, in Lombardia, non si vedeva da tempo. Esattamente dalla metà di novembre, quando era appena stato superato il picco della seconda ondata e da un anno fa, alla fine di marzo del 2020, quando era iniziata la discesa della prima, tragica, avanzata del coronavirus. Lo stesso discorso vale anche per i ricoveri nei reparti ordinari. All’inizio di questo mese c’erano 4.222 letti occupati, con una crescita giornaliera di 106. Ieri, i pazienti ricoverati in totale negli ospedali lombardi erano 6.952, con un ulteriore aumento di 26 unità in ventiquattro ore.

Anche qui, stessi livelli di fine novembre - inizi dicembre e - quanto allo scorso anno - medesima situazione di maggio, alla fine del primo picco. Solo i prossimi giorni, tuttavia, confermeranno un eventuale miglioramento, quando ovvero cominceranno a calare le presenze nei reparti, per ora ancora sotto pressione. I dati dei contagi di ieri, che si riferiscono ai tamponi effettuati domenica, sono meno significativi nel tracciare una tendenza rispetto a quelli dei giorni feriali, ma possono comunque suggerire una trend. A Brescia, infatti, si comincia a sentire l’effetto positivo di vaccinazioni e isolamento, imposto qui prima che nel resto della Lombardia. A fronte di livelli più alti di nuovi casi giornalieri in quasi tutte le province rispetto a inizio mese, Brescia inverte la tendenza. Ieri 374 tamponi positivi contro i 497 del 1° marzo.