Galli: molti positivi a test fai da te non si registrano, dati contagi sottostimati

Sul nuovo decreto: è un compromesso, era arrivato il momento di prendere la decisione di dire "obbligo vaccinale"

Massimo Galli

Massimo Galli

Milano - E' vicina alla soglia dei due milioni di casi, quella che è ormai definita da più esperti una doppia pandemia di Covid-19, provocata dalla circolazione simultanea delle varianti Delta e Omicron. I dati del ministero della Salute di ieri indicavano che il numero degli attualmente positivi al virus SarsCoV2 sta sfiorando i due milioni: è arrivato infatti a 1.943.979. Ieri 155.659 le nuove infezioni individuate per mezzo di 993.201 test, fra tamponi molecolari e test antigenici rapidi. Di conseguenza il tasso di positività è sceso in 24 ore dal 16,2% al 15,2%. I decessi sono stati 157. Decisamente in aumento i ricoveri. Nelle terapie intensive sono ricoverati complessivamente 1.595 pazienti, 38 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite. Nei reparti ordinari i ricoverati complessivamente 15.647 persone, ovvero 717 in più in 24 ore. Per quanto riguarda le regioni, a registrare l'incremento giornaliero più elevato è stata ancora una volta la Lombardia, con 36.858 nuovi casi, seguita da Emilia Romagna (17.698), Veneto (13.973), Sicilia (12.949). Un dato, quello dei contagi, che secondo Massimo Galli, già primario di Malattie infettive del Sacco di Milano,  è però sottostimato.

"Le infezioni che vediamo sono molto inferiori alle stime reali, perché moltissime persone si sono fatte un test fai da te a casa, magari con risultato positivo, e per vari motivi, anche di tipo organizzativo, non sono registrate come persone che l'infezione l'hanno avuta" ha detto ad d Agorà su RaiTre. Galli ha poi aggiunto: "Io insisto: registratevi, registratevi, registratevi". Per l'esperto "questo non è un problema da trascurare, perché sfuggono, non solo dai conteggi, ma anche dai modelli che facciamo per capire come andranno le cose". Gli stessi, ha precisato, magari si fanno la terza dose di vaccino e sono in linea con il green pass, "ma senza subire le limitazioni di movimento che ha una persona con infezione in atto". Quanto alle ultime misure adottate dal governo che prevedono l'obbligatorietà del green pass per gli over 50, ha detto: "tutta questa cosa sa, lontano un chilometro, di compromesso malfatto. Era arrivato il momento di prendere la decisione di dire: obbligo vaccinale. Forse è anche arrivato tardi questo momento".