Fiumi e laghi in secca, ci salverà l’acqua delle fogne?

Il regolamento Ue consiglia il recupero dei reflui, ma ci vuole tempo. Scenario della siccità in peggioramento: "I rifornimenti ai campi? Verranno ridotti, non eliminati"

Milano - Le acque reflue ci salveranno dalla siccità? I conti sono ancora da fare e comunque serviranno investimenti per conciliare il riuso in agricoltura con la sicurezza alimentare. Ma la strada sembra segnata, non fosse altro perché a giugno 2023 entrerà in vigore un regolamento europeo, che ha tracciato il quadro normativo per l’utilizzo delle acque affinate in agricoltura, a fronte della scarsità di acqua. Secondo Massimo Gargano, direttore Anbi, l’associazione dei consorzi di bonifica, "bisogna ragionare in modo diverso sulle acque reflue, costruendo dei laghetti che possano raccogliere le acque quando sono in eccesso, conservarle e utilizzarle quando sarà necessario". Secondo Arera, l’autorità per l’energia, al momento solo il 4% delle acque reflue depurate viene effettivamente valorizzato. "Le acque reflue a scopo irriguo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi – possono essere un tema da sviluppare. La sicurezza alimentare è fondamentale, ma con le tecnologie di oggi si può fare tutto". Il tema è infatti quello della salubrità dei reflui.

"E' auspicabile, ma al momento – sottolinea la vicepresidente di Regione e assessore al Welfare Letizia Moratti – non esiste una normativa che riporti valori di riferimento per parametri microbiologici, fisici o chimici per le acque di irrigazione. Queste potrebbero diventare veicoli di infezione se contaminate da microrganismi patogeni". Certo è che riuscire a recuperare il 100% potrebbe dare un po’ di ossigeno, in una situazione che è sempre più grave. L’Osservatorio permanente sugli utilizzi della risorsa nel bacino del Fiume Po, convocato con urgenza dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, ha definito, per il distretto Padano uno scenario di siccità estrema con severità idrica alta, che prevedrebbe lo stop totale ed immediato dei prelievi. La proposta di area vasta presentata dal segretario Meuccio Berselli prevede, per ora, un provvedimento transitorio per equilibrare l’uso della risorsa rimasta: -20% dei prelievi per continuare comunque l’irrigazione e garantire alcqua al delta che vede una risalita di acque dal Mare Adriatico arrivata ieri a oltre ventuno chilometri. Per far fronte all’emergenza, anche la produzione idroelettrica è stata ridotta al minimo, con il "pericolo per il raffreddamento delle centrali termoelettriche", sottolinea Elettricità Futura.

Ma ora si inizia a guardare con apprensione anche alla disponibilità di acqua potabile per il consumo umano, perché sia le sorgenti in quota che le falde sono in sofferenza: dal presidente di Regione Attilio Fontana è arrivato l’appello ai cittadini a evitare gli sprechi. "Negli incontri con le altre regioni chiederò di mantenere un equilibrio tra le esigenze del mondo agricolo con quelle legate all’utilizzo civile dell’acqua. Sarà un equilibrio difficile da trovare, ma faremo di tutto per evitare problemi maggiori".