Emergenza acqua: bottiglie e sprechi ancora più forti di siccità e inflazione

Neppure il caro-prezzi e l’anno nero del clima sono riusciti a modificare le abitudini di consumo. La metà dei lombardi non beve dal rubinetto per questione di gusto, per il 31% non è sicuro

Acqua del rubinetto (Fotowebnaz)

Acqua del rubinetto (Fotowebnaz)

Milano - Tutti sostenibili, a parole. Meno nei numeri se solo il 29,6% degli italiani beve stabilmente l’acqua del rubinetto. I lombardi fanno la loro parte nell’alimentare il rapporto contraddittorio e paradossale con l’acqua fotografato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore Acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House – Ambrosetti.

In attesa del Libro Bianco 2023 (quarta edizione) che sarà presentato a Roma il 22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua, ieri a Milano sono stati anticipati alcuni dati. Chi si aspettava un decalogo della sostenibilità è rimasto deluso. Neppure l’inflazione record del 2022 e il caro-prezzi dell’alimentare sono riuscite a cambiare le abitudini: l’acqua si consuma ancora in bottiglia nonostante un metro cubo d’acqua di rete costi poco più di 2 euro e l’equivalente - 2mila bottiglie da mezzo litro - circa 2mila euro. I lombardi ne fanno soprattutto una questione di gusto: nell’area Nord-Ovest (con Piemonte, Liguria e Val d’Aosta) il 48,4% dei cittadini non beve dal rubinetto "perché non ha un buon sapore". Il 31,3% non si fida ("non è sicura") nonostante qui si concentri il record di controlli. Il 56,9% dà un giudizio medio sulla qualità, solo il 26% la promuove, mentre per il 14,2% si tratta di una bocciatura. Nella regione dove il consumo pro capite quotidiano arriva a 215 litri contro una media europea di 125, solo il 20% è una questione domestica. Il resto è assorbito da agricoltura e imprese. L’acqua? È cara. Ma in pochi sanno quanto costa. In Lombardia e nelle regioni del Nord-Ovest il 22% (ed è il dato più alto in Italia) sa quanto consuma e spende: con poco più di 2 euro al metro cubo, la tariffa è tra le più basse in Europa.

Altro paradosso, gli sprechi restano. In Lombardia il tasso di perdite di rete nella fase di distribuzione dell’acqua è del 33,6%. Quasi il 10% in meno della media nazionale, ma ancora alto in relazione agli investimenti di cui la regione ha beneficiato: nel decennio 2010-2020 gli interventi infrastrutturali sono stati 6.932 (49.127 a livello nazionale) per un valore di 4,7 miliardi di euro (l’11% del totale investito nel settore idrico in Italia nel decennio). Tuttavia, secondo le stime dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), la Lombardia è ancora l’ottava regione per fabbisogno di investimenti rispetto ai fondi stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per circa 570 milioni. "Abbiamo monitorato i paradossi nella percezione dei cittadini sul valore dell’acqua e le abitudini di consumo, per analizzare le variazioni nei loro comportamenti alla luce del contesto di crisi in cui ci troviamo – spiega Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti –. Solo per citarne uno, il cambiamento climatico è la terza priorità del Paese per i cittadini italiani, ma si conferma un problema ancora lontano dal proprio territorio, anche nell’“annus horribilis” per il clima".