Coronavirus in Lombardia, Gallera: "Forse Rsa non idonee a gestire pazienti covid"

Gallera: "Rifarei la delibera per salvare vite". Stop spostamenti tra regioni nella fase 2, ma non per mesi

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Milano, 23 aprile 2020- Nelle Rsa "i controlli ci sono stati", del resto "le Ats avevano il compito di fare la sorveglianza", ma "adesso andiamo a verificare la situazione caso per caso". Lo ha detto Gallera, per il quale "e' chiaro che forse il modello Rsa è un modello che non aveva le capacità per la gestione dei pazienti Covid. Non dimentichiamo - ha aggiunto - che le Rsa sono enti privati, gestiti da soggetti privati o da fondazioni, quindi soggetti che non avevano capacità di affrontare questi temi". Insomma, ha sottolineato Gallera, si tratta di un "modello che per complessità di questi pazienti non è idoneo". Per quanto riguarda la delibera che dà la possibilità alle rsa di ospitare malati covid, finita al centro delle polemiche, l'assessore ha confermato: "La rifarei per il bene dei miei concittadini. Rispetto alle polemiche che sono sorte dopo, forse era meglio lasciare che 150 persone non trovassero posto in un ospedale, tanto purtroppo i decessi sul territorio sono stati tanti, e io oggi sarei meno sotto le polemiche. Però siccome sono un amministratore con l'unico obiettivo di salvare la vita alla persone, io quella delibera la rifarei".

No a zona rossa per Milano

"Nonostante l'aumento di contagi da Coronavirus registrato negli ultimi giorni soprattutto in città, a Milano non è necessario istituire una zona rossa. Lo ha assicurato Gallera parlando dell'aumento di contagi a Milano. "Sono numeri assoluti", ha spiegato l'assessore, perchè a volerli analizzare in proporzione alla popolazione "la situazione è migliore", dato che nel capoluogo lombardo i residenti superano quota 1,4 milioni. Inoltre "quei dati risentono dell'ampliamento delle categorie a cui vengono fatti i tamponi. Non è un dato che evidenzia una criticità di carattere sanitario. Gli ospedali liberano posti letto, si riducono i ricoveri in terapia intensiva, nei pronto soccorso arrivano molte meno persone con sintomi da Covid e in una forma più leggera rispetto a prima". Ed è proprio la situazione di sostanziale miglioramento degli ospedali che "non ci riporta a quel dato di criticità addirittura da immaginare una zona rossa". Rispetto alle scorse settimane, ha sottolineato ancora Gallera, "ora siamo in una fase completamente diversa soprattutto a Milano e provincia. I tamponi vanno a momenti, a volte hanno numeri più alti. Nei giorni scorsi a Bergamo e Brescia abbiamo eseguito un numero molto alto di tamponi".

Stop spostamenti tra regioni? Non per mesi

"Le prime settimane serviranno per assestarsi. Parliamo di una riapertura graduale e abbiamo, per esempio, il grande nodo del trasporto pubblico locale. Poi piano piano tutto dovrà tornare a uno scambio tra regioni, perché non è pensabile che per molti mesi si mantenga questo divieto". Lo ha detto stamani l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera. In merito alla fase 2, che inizierà il 4 maggio, Gallera ha aggiunto: "Il rischio che ci sia una nuova fiammata del contagio, quindi nuovi focolai, oggettivamente c'è, ce lo dicono tutti gli scienziati. Questo vuol dire agire con grande prudenza e in maniera graduale. Dal punto di vista del contagio la situazione è fortemente migliorata, è in una fase discendente molto significativa. Per quanto riguarda le misure che dovremo adottare, le stiamo studiando noi, abbiamo gruppi di lavoro che stanno approfondendo sia dal punto di vista economico sia sanitario, e c'è la cabina di regia nazionale, perché la regia è del Governo. Lavoriamo per una partenza graduale".