Contributi ai rifugiati ucraini: 300 euro al mese. A chi li ospita 33 euro al giorno

Finora sono arrivate in Italia circa 75mila persone in fuga dalla guerra. La maggioranza è ospite di amici e parenti

Rifugiati ucraini in arrivo a Monza

Rifugiati ucraini in arrivo a Monza

A poco più di un mese dallo scoppio della guerra in Ucraina, l'Italia formalizza i contributi che erogherà a ciascun rifugiato ucraino per un massimo di tre mesi. Le cifre sono contenute nell'ordinanza emanata oggi dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che fissa i dettagli dell'assistenza alloggiativa, sanitaria e del sostegno economico a favore di chi fugge dal Paese dopo l'invasione da parte della Russia. In generale sono oltre 3,9 milioni gli ucraini che hanno varcato i confini alla ricerca della salvezza. In Italia le persone accolte sono circa 75mila, perlopiù ospiti di amici e parenti. Ecco le cifre.

I contributi

L'Italia erogherà 300 euro al mese, per un massimo di tre mesi, a ciascun rifugiato ucraino in Italia. Altri 150 euro in più verranno assegnati invece a genitori e tutori legali come aiuto per i minori. Il denaro verrà erogato in contanti da un istituto di credito previa presentazione del documento di identità e la ricevuta della richiesta di permesso per protezione temporanea rilasciata dalla Questura. "La logica del contributo di sostentamento nasce come richiesto dai territori e dalle comunità, consente di sostenersi a coloro che hanno trovato una soluzione di accoglienza parentale e amicale. Ovvero la stragrande maggioranza delle 75mila persone accolte finora, che si trova ospite di reti di amici e parenti", spiega Curcio presentando i dettagli dell'ordinanza. Dunque un contributo economico, erogato dal governo tramite la Protezione Civile, pensato per fare in modo che i rifugiati non si trovino a gravare sulle spese delle famiglie che li ospitano.

La distribuzione in Italia 

Al momento è difficile tracciare una mappa su dove i rifugiati ucraini hanno trovato ospitalità. "Si sono aggregati proporzionalmente alla presenza delle comunità nazionali di emigrati maggiormente ampie, quindi in particolar modo in Emilia, Romagna, Lombardia, Lazio e Campania", riferisce il capo della Protezione Civile. "La mappatura precisa non si può fare - specifica - perché ovviamente queste persone per entrare in Italia non hanno necessità né di visto né di altra autorizzazione".

Per chi non ha amici o parenti

Per chi non ha un contatto dove andare, il Governo, tramite gli enti locali e le associazioni del terzo settore, sta costruendo una rete di accoglienza diffusa. Chi ospiterà riceverà un contributo fino ad un massimo di 33 euro al giorno per ogni profugo assistito. Nelle prossime ore verrà pubblicata una manifestazione di interesse rivolta alle associazioni del Terzo Settore, ai centri per il volontariato e agli enti religiosi perché comunichino la loro disponibilità ad accogliere i profughi, fino ad un massimo di 15mila persone. Una particolare attenzione verrà riservata ai minori non accompagnati, al momento sono 475 quelli arrivati dall'Ucraina. "Una buona parte è stata affidata alle famiglie, mentre un'altra parte vive in istituti individuati dai comuni che rientrano nei parametri stabiliti", chiarisce il capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale Francesca Ferrandino