ANDREA GIANNI
Cronaca

Più anziani, meno servizi sotto casa in Lombardia: "Chiusi altri 203 sportelli bancari"

Oltre 674mila lombardi vivono in aree senza neanche un istituto di credito con sede fisica. Resistono le Poste. L’home banking che esclude i più fragili. "Così viene meno un presidio sociale, ripensare le strategie"

Un'anziana

Un'anziana

Una popolazione sempre più anziana, in quartieri e paesi lombardi sempre più privi di servizi. In Lombardia 674mila persone vivono in Comuni che non registrano la presenza di sportelli bancari e 1.198.000 persone risiedono in Comuni con un solo sportello. Nel corso del 2023, in tutto il territorio regionale, sono stati chiusi 203 sportelli - passati da 4.094 a 3.891 - con istituti di credito che proseguono nella loro strategia: chiusure e accorpamenti di presidi fisici sul territorio, sull’onda di una rivoluzione digitale e dell’home banking che taglia fuori una fetta della popolazione, non solo di età avanzata.

Un tema messo sul tavolo dalla First Cisl Lombardia, che fotografa gli effetti di due temi: inverno demografico e “desertificazione“ bancaria. In Italia l’indice di vecchiaia, dato dal rapporto tra la popolazione over 65 anni e la popolazione tra 0-14 anni è pari a 193,1: ogni 100 giovani ci sono 93 anziani. Rapporto aumentato del 60% dal 2000 al 2023 e destinato a salire ancora nei prossimi anni, con la previsione di un ulteriore calo delle nascite e un conseguente invecchiamento della popolazione.

«L’invecchiamento costituisce un nuovo rischio sociale, aumenta la domanda di cure personali e domestiche, nonché la pressione sul sistema sanitario nazionale e su quello assistenziale relativamente alla non autosufficienza", spiega Andrea Battistini, segretario generale First Cisl Lombardia. "Una situazione – prosegue – in cui diventa indifferibile un patto tra parti sociali, Stato ed enti pubblici locali, al di fuori delle logiche speculative del mercato, per garantire a tutti, a parità di condizioni, l’accesso a forme integrative di assistenza, altrimenti accessibili a pochi".

Il settore bancario e quello assicurativo, quindi, "potrebbero essere tra i principali attori di una politica volta a promuovere la solidarietà sociale e l’uguaglianza sostanziale, attraverso l’offerta di servizi accessibili a tutti, anche tramite il rafforzamento della previdenza complementare integrativa". Invece, con la chiusura degli sportelli bancari, "viene meno anche un importante presidio sociale oltre che economico" in zone dove resistono solo gli uffici postali. Al convegno Cisl ha partecipato, tra gli altri, l’assessora regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini. "Continueremo a lavorare in costante ascolto del territorio e di tutto il terzo settore per rinnovare il welfare regionale – è l’impegno – al fine di rispondere alle necessità in continua evoluzione della terza età e delle famiglie lombarde".

Anche il piano socio sanitario regionale 2023-2027 si muove in uno scenario caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (nel 2040 gli ultra 85enni rappresenteranno l’8% della popolazione), da una forte riduzione della natalità (dal 2015 al 2019 la natalità si è ridotta del 3.5%) e da un aumento del numero di famiglie unipersonali. Nel 2040, infatti, ci saranno 332mila famiglie composte da una sola persona in più rispetto al dato del 2020.

Aumentano anche gli indicatori di fragilità: 3.127.000 cittadini hanno almeno una condizione cronica, 672.000 lombardi hanno limitata autosufficienza, dal 4% al 38% dei cittadini vive in un ambiente sociale disagiato. L’evoluzione della complessità clinica della popolazione lombarda prevede che entro il 2050 ci sarà un aumento di 662.696 cittadini che avranno necessità di cure, da un quadro clinico di lieve intensità alla necessità di cure intensive. Il risultato è una previsione di aumento della spesa sanitaria da 24,7 a 25,4 miliardi di euro.