Il comasco Alessandro Fermi nuovo Presidente del Consiglio regionale

E' stato eletto nella fila di Forza Italia con oltre 8600 voti di preferenza

Alessandro Fermi

Alessandro Fermi

Como, 5 aprile 2018 - Alessandro Fermi, 43 anni, comasco, già Sottosegretario all'Attuazione del programma, ai rapporti istituzionali nazionali e alle relazioni internazionali nella scorsa legislatura, eletto nella fila di Forza Italia con oltre 8600 voti di preferenza, è il nuovo Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. E’ stato eletto questa mattina alla quarta votazione con 55 voti. “Autonomia, dignità della politica, leggi semplici, procedure più snelle e capacità di ascoltare ed essere voce dei territori”. Sono questi, in sintesi, i perni del programma di lavoro indicati da Fermi, nel suo intervento in Aula consiliare che ha inaugurato di fatto l’XI legislatura del Consiglio regionale e nel quale ha annunciato l’istituzione di una Commissione consiliare speciale per l’Autonomia. “E’ un onore – ha esordito Fermi - presiedere la terza assemblea legislativa in Italia dopo Camera e Senato. Far parte di questa Assise deve riempirci non solo di onore e di orgoglio, ma anche di grande responsabilità. Abbiamo il dovere di vivere questo nostro compito con l’orgoglio di chi è consapevole di rappresentare dieci milioni di lombardi, un popolo ricco di storia, con grandi capacita innovative, imprenditoriali e di lavoro. Una terra culla di grandi idee, fertile di volontariato, di associazioni e dal cuore grande”. Fermi ha quindi sottolineato la necessità che il Consiglio regionale avverta questa responsabilità avendo come unico riferimento i cittadini e come atteggiamento “la serietà, l’impegno, la concretezza e la dedizione anche adattandosi alle novità. Prima fra tutte la separazione fra il ruolo di Consigliere e quello di Assessore. L’autorevolezza di questo Consiglio si misurerà anche nella capacità di migliorare il dialogo con i cittadini che non ci chiedono nuove norme, ma di rendere più semplici, chiare e rispondenti ai bisogni quelle che già ci sono”. Ne deriva che le Commissioni, come “canale di ascolto e approfondimento delle istanze territoriali”, avranno un ruolo ancora più importante.