Operaio precipitato a Villa d’Este: 4 a processo per la morte sul lavoro

A causa della frattura del cranio e di altre lesioni, il 58enne rocciatore morì subito dopo la caduta

L’incidente mortale costato la vita al rocciatore Ezio Pallais

L’incidente mortale costato la vita al rocciatore Ezio Pallais

L’ultima immagine rimasta negli occhi di Ezio Pallais, era stata la parete di roccia che racchiude un lato del parco di Villa d’Este. Il 25 gennaio 2018, l’operaio di Aosta, era morto a 58 anni, precipitando durante un’operazione di tracciamento dei punti di fissaggio della rete di contenimento. Una tragedia per la quale ora il sostituto procuratore di Como Maria Vittoria Isella, ha chiesto il rinvio a giudizio di 4 persone, ritenute responsabili della sicurezza sul luogo in cui stava lavorando la vittima. Si tratta dei datori di lavoro Fabrizio Colombo, 42 anni di Prata Camportaccio della Ecoval, e Mauro Fiou, 60 anni di Aosta, del coordinatore della sicurezza Angelo Merlino, 56 anni di Cornegliano Laudense, provincia di Lodi, e del committente dei lavori del cantiere di Cernobbio, Danilo Zucchetti, 55 anni di Rho. Sono tutti accusati di omicidio colposo in concorso, per colpa e negligenza professionale, nell’adozione delle misure di prevenzione e sicurezza del cantiere: in particolare, il mancato uso della doppia fune e la predisposizione di una squadra di lavoro composta da almeno tre persone, una delle quali con mansioni di sorveglianza.

Pallais, rocciatore per la ditta Ecoval, stava lavorando sulla parete da cui è precipitato, all’interno del parco di Villa d’Este. Assieme a un collega, doveva eseguire il tracciamento dei punti su cui sarebbero stati posizionati i fori di armatura per il fissaggio di una rete contenitiva su un ammasso roccioso. I due si sarebbero calati con una sola fune, anziché le due separate previste per questo genere di operazioni. Secondo la ricostruzione dei consulenti incaricati dalla Procura, Pallais l’avrebbe fissata a un unico punto di ancoraggio, e senza indossare la protezione anticaduta che aveva in dotazione. Precipitando per una trentina di metri. Era morto sul colpo, a causa della frattura del cranio, e di una serie di altre gravi fratture e contusioni, tali da causargli anche emorragie interne.