Da piazza Cavour a Capo Nord: la lunga pedalata di Giulia

La triatleta di 33 anni ha terminato il suo viaggio

L’ARRIVO Giulia “Rambo” Dogliani  la triatleta 33enne originaria di Fossano in provincia  di Cuneo ma comasca  d’adozione

L’ARRIVO Giulia “Rambo” Dogliani la triatleta 33enne originaria di Fossano in provincia di Cuneo ma comasca d’adozione

Como, 30 luglio 2017 - Quattromila  chilometri suddivisi in 22 tappe da 200 chilometri, un’impresa partita da Como e terminata a Capo Nord quella di Giulia «Rambo» Dogliani, la triatleta 33enne originaria di Fossano, in provincia di Cuneo, ma comasca di adozione. Pedalata dopo pedalata Giulia si è lasciata alle spalle il sole di piazza Cavour, dov’era partita il 5 luglio scorso, per approdare al gelo del Circolo Polare Artico dopo aver attraversato cinque nazioni. «Avevo deciso di farmi un regalo, e vi confesso che ci sono riuscita – racconta - un mese tutto per me in sella alla mia bici. Non l’ho affrontato con la voglia di dimostrare nulla a nessuno, né con la convinzione che fosse una battaglia da vincere, o per affogare dispiaceri o espiare colpe come qualcuno mi ha domandato prima della partenza. Semplicemente sono partita con la voglia di vivermi un viaggio divertendomi e regalandomi tempo per me, ho passato così tante ore da sola in sella alla mia bici che solo a ripensarci non mi sembra ancora vero». Giorni di grande fatica, ma anche pieni di momenti indimenticabili e di sorrisi, in compagnia di papà Aldo che nel 1972 compì lo stesso percorso in Cinquecento e dell’amica Simona Longa che l’hanno seguita a bordo di un furgone.

«Ho lasciato che mille pensieri mi facessero compagnia, che la gioia a tratti mi riempisse il cuore, e le lacrime in altri momenti mi bagnassero le guance, la mia testa galoppava libera ed è stata una sensazione davvero bella – conclude Giulia - Non mi sento di aver compiuto nessuna impresa, sono ben altra cosa le imprese, soprattutto quelle sportive, credetemi. Ho solo avuto fortuna che il fisico ha retto bene per 23 giorni, anche se oggi ho male ovunque, e che le gambe girassero. Il merito maggiore di questa avventura va a Simona e a papà, che hanno reso tutto questo possibile e indimenticabile. Ho aggiunto un’esperienza in più a questa magnifica storia che è la mia vita».