Bene Lario, giustizia per la morte di Nicolas: il pm chiede nove anni di pena

Il processo vede imputato il turco Celaletin Susam, che aveva venduto al 25enne una dose di cocaina

Como: il palazzo di giustizia teatro del processo per la morte di Nicolas Nerdiello

Como: il palazzo di giustizia teatro del processo per la morte di Nicolas Nerdiello

Bene Lario (Como) - Per la morte di Nicolas Nardiello, il venticinquenne trovato senza vita il 2 marzo 2018 nel giardino di una abitazione privata a Bene Lario, il pubblico ministero Antonio Nalesso ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione. Il processo arrivato ora alla fase conclusiva, vede imputato Celaletin Susam, trentaquattrenne di origine turca residente a Porlezza, spacciatore di cocaina che quella sera aveva venduto una dose alla vittima, accusato di "morte come conseguenza di altro delitto". L’ipotesi è infatti che quella sostanza stupefacente, il cui principio attivo è risultato essere alto, abbia scatenato nel ragazzo una intossicazione e un "delirio eccitatorio", che lo avrebbe spinto a compiere gesti irrazionali e pericolosi, rendendolo incapace di percepire il pericolo a cui stava andando incontro. Durante la notte precedente il suo ritrovamento, era caduto dal parapetto che separa la carreggiata da una proprietà privata in via Maggiore, facendo un volo di almeno quattro o cinque metri. Nicolas aveva passato la sera con gli amici, che a un certo punto lo avevano perso di vista.

I carabinieri di Menaggio avevano ricostruito le ultime ore di vita del venticinquenne, fino a individuare lo spacciatore che aveva ceduto al ragazzo quella dose di stupefacente. Dopo l’assunzione, Nardiello si allontanato dagli amici, e aveva iniziato a correre per le vie del paese, per arrivare fino a quel muretto di protezione, dal quale si era sporto. La Procura ritiene che quella assunzione di droga, sia stata determinante nel causarne la morte, conseguenza della totale perdita di controllo prodotta dalla cocaina. Per contro l’avvocato Emanuele Rosapinta, difensore di Susam, ritiene che "le cause della morte di Nicolas Nardiello non debbano essere ricondotte solo all’assunzione di sostanze stupefacenti, ma a un complesso di concause", aggiungendo che "Nardiello era un assuntore abituale, che acquistava sempre la stessa quantità di cocaina, lasciando intendere una certa maturità nell’uso di sostanza stupefacente". Nel processo si è costituto parte civile il padre di Nicolas, assistito dall’avvocato Davide Giudici. Il rinvio per la conclusione e lettura della sentenza, è stato fissato a fine giugno.