Como, l’asilo Sant’Elia abbandonato e vandalizzato

L’edificio simbolo del Razionalismo doveva essere restaurato, ma è chiuso ormai da due anni e adesso i writers l’hanno preso di mira

La facciata dell’asilo Sant’Elia vandalizzata dai graffitari

La facciata dell’asilo Sant’Elia vandalizzata dai graffitari

Como - Le città sono un po’ come gli uomini, ci sono quelli che fanno e non dicono, quelli che dicono non fanno, e quelli che riescono a evitare entrambe le imcombenze. A questa terza categoria si è ritrovata suo malgrado ad appartenere Como, che pure si è sempre definita una città del fare. L’esempio perfetto è quello che sta accadendo all’asilo Sant’Elia, monumento del Razionalismo che merita un capitolo a sé nei manuali di architettura, chiuso ormai da due anni per una fantomatica ristrutturazione che praticamente non è neppure iniziatia. Se n’è dimenticato Palazzo Cernezzi ma non i graffitari, anche se in questo caso sarebbe meglio definirli vandali, che l’altra notte hanno imbrattato uno dei muri, approfittando del favore delle tenebre e del fatto che la struttura è completamente disabitata. Proprio la constazione di questo stato di abbandono da parte dei comaschi a fare ancor più male dello sfregio inferto con la vernice.

Negli ultimi mesi le uniche che hanno sollevato il problema dell’asilo chiuso, accanto a migliaia di architetti e amanti d’arte di tutto il mondo che però non votano in città, sono state le mamme del quartiere costrette a fare i salti mortali per portare i loro bambini altrove. Rispondendo a un’interrogazione in consiglio comunale l’architetto Alfredo Ballerini, Responsabile unico del procedimento, ha spiegato che Comune e Soprintendenza si sono incontrati per decidere il da farsi, con l’obiettivo di "riaprire entro il gennaio del 2023". Nella relazione la descrizione dei lavori fin qui compiuti è a dir poco impietosa: "un improprio approccio ad una lavorazione elementare" ragion per cui si è "convenuto di sospendere l’intervento e definire modi e tempi esecutivi per addivenire ad una soluzione della criticità". Campa caval verrebbe da dire se non fosse che così l’asilo Sant’Elia più che materia per architetti ed esperti di restauro alimenterà le discussioni dei candidati in corsa per la poltrona di sindaco. L’unica cosa certa è che i costi di sistemazione sono raddoppiati, come i tempi di cantiere senza contare i due anni persi per strada per i lavori iniziati, a cura del Comune, e mal eseguiti. Dopo lo scotch utilizzato per rattoppare le tende e le vetrate rovinate dagli operai con le scale ci mancavano solo i muri imbrattati. Non c’è davvero mai limite al peggio, sicuramente non a Como.