Como, abusi sessuali sulle pazienti: il medico di base non si è mai scusato

Le motivazioni della condanna: "Le vittime hanno ricostruito la vicenda in maniera chiara e precisa"

Tribunale di Como

Tribunale di Como

Valsolda (Como), 17 maggio 2022 - Ha sempre rifiutato di scusarsi, e non ha mai mostrato alcun segno di pentimento per quelle condotte che gli sono state attribuite da più donne, sfociate il 17 marzo in una condanna a 6 anni di reclusione, a carico di Stefano Pozzi, medico di base di 51 anni di Valsolda, per violenza sessuale durante l’esercizio della sua professione. Abusi che sarebbero avvenuti mentre svolgeva ambulatorio in sostituzione del medico di base, nel periodo compreso tra 2012 e 2017. Le pazienti avevano raccontato di ispezioni ginecologiche subite per patologie che non richiedevano accertamenti con quell’approccio: gonfiore al ventre, sintomi di cistite, dolori al fianco, problemi del ciclo mestruale.

I giudici che hanno scritto le motivazioni che hanno portato alla sua condanna, parlano anche di "inaffidabilità dell’imputato", ricordando che "a sostegno della richiesta di revoca della misura cautelare impostagli, promise di astenersi dallo svolgimento della professione sanitaria fino alla definizione del procedimento, ma contravvenne alla promessa. Tanto è che l’imputato, in sede dibattimentale, ha orgogliosamente dato sfoggio dell’attività medica svolta". Quanto alle vittime – tre quelle per cui è stato condannato, a fronte di altre analoghe situazioni andate prescritte – sono state ritenute dai giudici perfettamente credibili

"Tutte hanno ricostruito la vicenda in modo chiaro e preciso, senza mostrare alcun intento calunniatorio, o volontà di infierire nei confronti dell’imputato", dicono i giudici del Tribunale Collegiale Valeria Costi, Elisabetta De Benedetto e Veronica Dal Pozzo, che aggiungono: "Del resto, i plurimi tentativi della difesa di farle cadere in contraddizione, sono risultati vani" e le prove a discarico, secondo il Tribunale Collegiale, "si sono rivelate per lo più irrilevanti, e comunque non idonee a fornire una ricostruzione alternativa dei fatti ricostruibili ascritti all’odierno imputato".